Donna decapitata nel canale a Mareno: le indagini portano ad Aninca, sparita tre anni fa
Dal canale riaffiora il cadavere di una donna in un avanzato stato di decomposizione e decapitato. La macabra scoperta è stata fatta giovedì mattina, in via Distrettuale a Mareno, nel retro dell'abitazione al civico 53.
Lì, tra la casa e un vigneto, scorre il canale che fa parte dei sistema irriguo del Consorzio di bonifica Piave. La casa non è abitata, è di proprietà di un'anziana che da tempo è ricoverata in casa di riposo.
La scoperta
«Stamattina la figlia della pensionata è venuta a vedere se il maltempo avesse fatto dei danni e per sistemare l’abitazione - racconta una vicina di casa -. È stata proprio lei ad accorgersi del cadavere, mi ha chiamato e abbiamo allertato il 112». Erano le 11 di ieri mattina quando è scattato l'allarme. Sul luogo sono sopraggiunte due pattuglie dei carabinieri, insieme ai vigili del fuoco, per estrarre il corpo dall'acqua ed effettuare gli accertamenti.
Il cadavere era bloccato prima di un elemento scatolare, dove poi il canale scorre sotto il terreno per pochi metri. La salma si trovava in uno stato di saponificazione, un processo chimico che si verifica quando un corpo rimane a lungo immerso nell'acqua corrente fredda e dove non c'è ventilazione.
Il cadavere
La rimozione della salma non è stata semplice, anche perché la roggia era piena d'acqua. Per l'ispezione cadaverica è sopraggiunto anche un medico dell'Ulss 2. Si tratta di un corpo di donna di piccole dimensioni, senza la testa, ed è stata esclusa una morte di origine violenta.
L'ipotesi è che si possa trattare proprio di Aninca Dota di Santa Lucia, che era scomparsa da casa e svanita nel nulla nel luglio 2020, all’età di 83 anni. Già all'epoca l'ipotesi era che la donna fosse caduta in un corso d'acqua, ed erano state effettuate ricerche anche con sommozzatori.
Il canale
Il canale d'irrigazione attraversa i territori di Santa Lucia e Mareno, per poi proseguire verso Tezze di Vazzola. Il corpo si trovava lì dove è stato trovato con ogni probabilità dalla notte, potrebbe essere stato portato dalla corrente nel momento in cui il condotto si è riempito d'acqua e grandine per il maltempo. Ma da molto più tempo, forse appunto tre anni, la salma era rimasta incastrata in un tratto sotterraneo del canale.
Sarebbero state proprio le abbondanti precipitazioni avvenute durante la nottata a “sbloccarlo” e quindi a farlo riemergere in quel tratto all'aria aperta.
La decapitazione sarebbe avvenuta per semplice consumazione dei resti o a causa degli urti nel trascinamento della salma ad opera della corrente sotterranea.
L’inchiesta
Via Mareno a Santa Lucia, dove si trova l’abitazione da cui era scomparsa l'ottantatreenne tre anni fa, dista poco più di due chilometri da via Distrettuale a Mareno dove è stato fatto il macabro rinvenimento di ieri mattina.
La salma, dopo il recupero, è stata stata ricomposta e trasferita in obitorio. Attraverso l'autopsia si accerteranno le cause del decesso e attraverso l'esame del dna si potranno avere delle corrispondenze e una certezza sull'identità della vittima.
E’ Aninca?
La principale ipotesi investigativa è dunque che il cadavere trovato ieri sia quello di Aninca Dota. Era il 2 luglio 2020, quando, dopo pranzo, Aninca, pensionata di 83 anni, uscì a piedi da sola dalla sua abitazione in via Mareno. A segnalarne la scomparsa fu la figlia e iniziarono le ricerche che coinvolsero per settimane vigili del fuoco, protezione civile e carabinieri. Secondo le testimonianze raccolte all'epoca, l'anziana venne vista quel giorno in zona Bolda. Anche la trasmissione di Raitre, “Chi l'ha visto?” lanciò un appello.
La donna era alta un metro e 40, indossava dei pantaloni e una maglietta a fiori. Vennero utilizzati anche dei droni per ispezionare il territorio ed entrarono in azione anche le unità cinofile dei vigili del fuoco.
Fin da subito emerse l'ipotesi che la pensionata fosse precipitata in un canale. Dopo due giorni vennero infatti prosciugati i corsi d'irrigazione del Consorzio di bonifica ed effettuate per quanto possibile delle ispezioni. I canali infatti sono tombinati in lunghi tratti e quindi di difficile se non impossibile esplorazione.
Dopo due settimane le ricerche ricominciarono con gli speleo sub dei vigili del fuoco, per esaminare alcune centinaia di metri della condotta interrata. Le ispezioni con i sommozzatori proseguirono in una seconda fase sino a fine luglio, senza ottenere dei risultati.
Solo un corrispondenza con il dna di un familiare potrà dare una risposta sicura se il corpo ritrovato sia quello dell'anziana oppure di un'altra donna.
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