Don Gerardo: «Non giudicate Egidio È un tempo difficile e di sofferenza»

CASTELLO DI GODEGO
«Stiamo vivendo momenti faticosi segnati da una notizia che sappiamo tutti. C’è la tentazione di rovistare in quello che è successo. Il Signore invece ci chiede rispetto»: il parroco di Castello di Godego, don Gerardo Giacometti, tocca solo con qualche accenno la tragedia che è accaduta neanche ventiquattro ore prima nella messa domenicale dedicata in particolare ai bambini. Com'è notoriamente nel suo stile, don Gerardo nella sua omelia si aiuta con cartelli e oggetti per spiegare meglio i concetti, oltre ad invitare i bambini più piccoli a salire sull'altare per la recita del Padre Nostro. Il vangelo della prima domenica di Quaresima, quello delle tentazioni di Gesù, ha diverse attinenze con la situazione che sta vivendo una intera comunità: «Oggi c’è la tentazione di intervenire su quanto accaduto, di sparare giudizi: siamo tutti fragili nell’attraversare questa che è una via di deserta». Ma don Gerardo ricorda anche che nel deserto delle tentazioni non c’è solo Gesù e il diavolo, ci sono anche gli angeli.
«SERVONO GLI ANGELI»
«Come si esce da questo turbinio? Ricordandoci che nella tentazione non siamo soli. Anche noi abbiamo bisogno di angeli, ora. Quello che sta avvenendo nelle nostre famiglie in questo lungo momento difficile (il riferimento è al Covid, ndr) non è solo il dramma di Egidio, ma è il dramma di tante coppie, di tanti anziani che sono nella solitudine. Occorre che ritroviamo gli angeli ed essere angeli gli uni degli altri».
L’INVITO ALLA PREGHIERA
Al termine della messa, l’invito a recitare un’ Ave Maria: “Invito a ricordare chi è morto ma anche chi è vivo, in particolare Adriana (la mamma del piccolo Massimiliano, ndr) e la famiglia di Egidio. Come comunità dedicheremo a questa intenzione la Via Crucis che si terrà venerdì alle 15.30 nel Santuario della Crocetta». Don Gerardo era accorso sabato pomeriggio nell’appartamento dove giacevano i corpi senza vita di Egidio Battaglia e del piccolo Massimiliano: un momento di preghiera con i parenti che erano sul pianerottolo, mentre all’interno stavano operando i carabinieri della Scientifica. Aveva celebrato lui le nozze di Egidio e Adriana, come anche il battesimo di Massimiliano nel 2018. Ma i genitori finora non gli avevano parlato di problemi del bimbo, tantomeno Egidio gli aveva confidato il dramma che stava vivendo dentro di sé.
«PERIODO DI SOFFERENZA»
E nelle prime dichiarazioni, don Gerardo aveva indicato che il “malessere” del giovane papà andava imputato a questo periodo difficile del Covid. Solo una ipotesi? «No, ne sono convinto - risponde all’uscita della messa - questa situazione sta generando una sofferenza di cui purtroppo non siamo a conoscenza, una sofferenza che non abbiamo intercettato. Il dramma di Egidio è quello di aver vissuto come insormontabile la realtà in cui si trovava a vivere.
«accettare la disabilità»
Ma per Don Gerardo questa vicenda ha fatto emergere anche altro: «Il peso della ingestibilità di una situazione, come quella che poteva riguardare Massimiliano. C’è ancora molto da fare, anche culturalmente, per accettare la disabilità, in tutti gli ambienti. La nostra parrocchia, ad esempio, sta lavorando molto su questo, studiando dei passaggi per favorire l’integrazione e per personalizzare questo cammino. Lo facciamo nei Grest e nei tanti momenti di aggregazione, un lavoro che deve essere fatto coinvolgendo innanzitutto i genitori, perché è importante lavorare sulla realtà del figlio, quale che sia». Non è stato ancora fissato un momento di preghiera comunitaria per Egidio e il piccolo Massimiliano: «Attendiamo ancora qualche giorno: quello che chiedo ora è di accompagnare questo tempo con molto rispetto e con la preghiera». —
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