Don Federico, la Curia in aula «Accusa grave, serviva tempo»

M.fil.

vittorio veneto

«La diocesi effettivamente venne a conoscenza della accuse a don Federico. È chiaro che per un’accusa così grave dovevano prendere un po’ di tempo per verificarne l’attendibilità». È iniziata con la deposizione di monsignor Martino Zagonel, vicario generale della diocesi di Vittorio Veneto, la prima udienza dove a parlare sono stati chiamati i testimoni della difesa del processo a don Federico De Bianchi, 45 anni (difeso dagli avvocati Stefano Trubian e Massimiliano Paniz). Originario di Oderzo, don Federico era noto soprattutto nel Vittoriese come il prete “social” delle parrocchie di Santa Giustina e Val Lapisina, prima che scoppiasse il caso giudiziario che lo vede alla sbarra con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di quattro pazienti del reparto di psichiatria degli ospedali di Vittorio Veneto e Conegliano che lo denunciarono per fatti del lontano 2010. Nel corso dell’udienza di ieri è emerso che ci sarebbe anche un nuovo giovane ad accusare don Federico.

Ad accusare don Federico sono pazienti che all’epoca dei fatti erano tutti maggiorenni: due vittoriesi di 19 e 26 anni, un coneglianese di 29 anni e un mestrino di 19 anni. Quest’ultimo è l’unico che è stato sentito dai magistrati in incidente probatorio, durante la fase delle indagini preliminari, nel corso del quale ha confermato le accuse nei confronti dell’ex parroco di Santa Giustina.

I fatti che vengono contestati a don De Bianchi risalgono a dieci anni fa. È a quell’epoca che, secondo le querele sporte alle forze dell’ordine, don Federico avrebbe allungato le mani nelle parti intime dei pazienti che andava a visitare come cappellano degli ospedali.

Il pubblico ministero Barbara Sabattini, che imputa al prete l’accusa di violenza sessuale, contesta episodi di palpeggiamenti e baci o tentativi di baciare i pazienti. Tra i testimoni sentiti c’è anche un infermiere dell’ospedale di Conegliano, che informò sia la direzione sanitaria delle confidenze raccolte in corsia dalle quattro presunte vittime delle molestie di don Federico che appunta la curia vittoriese. Fu lui a notare del nervosismo soprattutto in uno dei quattro pazienti e a raccogliere la sua testimonianza sulle presunte molestie. L’infermiere ha poi fatto presente la vicenda alla direzione sanitaria che ha inviato l’esposto in procura a Treviso. La notizia dell’indagine su don Federico fece scalpore. Molti innocentisti si schierarono a favore del prete. —



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