Disperso in mare con il kitesurf salvato dalla Guardia costiera

Caorle. brutta avventura per il grafico Andrea sbrogiò 

Brutta avventura in mare aperto per il rappresentante grafico di Treviso, Andrea Sbrogiò, 53 anni, dato per disperso per almeno un paio d’ore, domenica sera scorsa, prima che venisse recuperato dalla Guardia di Finanza settore marittimo di Caorle e dagli uomini della Guardia costiera. L’uomo assieme a 4 amici di Padova aveva raggiunto la città di Caorle per praticare il kitesurf. Solo che al crepuscolo, i 5 kitesurfisti, tutti di età compresa tra i 40 e i 60 anni, sono andati in difficoltà per un improvviso cambio di vento, finendo alla deriva. Due hanno raggiunto la riviera di Falconera autonomamente, altri due sono stati recuperati dalla Guardia Costiera attorno alle 21, mentre di Sbrogiò si erano perse le tracce. Il kitesurfista trevigiano stava andando alla deriva, verso Nord-Est, ed è stato recuperato quasi a Vallevecchia, sul litorale della Brussa, in territorio comunale di Caorle. «È stata una brutta avventura» ha dichiarato Andrea Sbrogiò «ringrazio gli uomini della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza. Sono stati eccezionali: sono riusciti a individuarmi in mare e a salvarmi». Le ricerche sono state effettuate con “lancioni” a motore e con un battello pneumatico d’altura. Erano stati chiamati anche i sommozzatori dei vigili del fuoco del comando metropolitano di Venezia, tornati indietro attorno alle 21.45, quando Sbrogiò era stato recuperato e messo in salvo. Mentre a raccontava il suo recupero indossava ancora sulle spalle una coperta pesante, di quelle che si adoperano sopra le lenzuola invernali. «Stavamo praticando il kitesurf quando a un tratto si è verificato un clamoroso buco di vento. A un tratto è girato all’incontrario, come se provenisse da Caorle. «Le nostre vele si sono “sgonfiate”» continua Sbrogiò «e siamo andati in difficoltà. Paura, no, ma non è stata una cosa simpatica». Il 53enne trevigiano, così come i suoi compagni di disavventura, ha rifiutato le cure mediche del Suem 118 di Caorle. Non ce n’era bisogno. Sbrogiò, poi, si è tolto da dosso la coperta, si è svestito dei panni da surfista e infine ha preso la direzione di Treviso, con il sollievo di chi ha visto (si può dire) la morte in faccia.

Proprio nei minuti decisivi del suo soccorso il vento di Scirocco stava tornando a imperversare sulla zona di Caorle. Su tutta la costa veneta è stato così forte da provocare una marea anomala di acqua alta superiore al metro, a Venezia. —





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