Diffamazione fra insegnanti, assolta docente di religione

Susegana: la lite era scoppiata durante uno scrutinio. La sentenza emessa dal giudice di pace
La scuola media di Susegana teatro della curiosa storia
La scuola media di Susegana teatro della curiosa storia
 
SUSEGANA.
E' stata assolta dall'accusa di diffamazione la professoressa di religione accusata da un collega di averlo diffamato. Ieri il giudice di pace del tribunale di Conegliano ha assolto Nadia Cursi, 48 anni, perché il fatto non sussiste. Davanti al giudice hanno testimoniato il preside Bonifacio De Vido e tre docenti. La vicenda prende avvio durante uno scrutinio nell'aula insegnanti della scuola media di Susegana nel giugno del 2009. In discussione c'era la promozione o bocciatura di alcuni alunni. In quella sede, secondo quanto scritto dalla professoressa Cursi in una lettera successivamente inviata al preside, il professor Salvatore Conforti, 63enne docente di tecnologie, le avrebbe fatto pressioni per votare contro la bocciatura di un alunno. In caso contrario avrebbe potuto fare qualcosa verso il figlio della donna che l'anno seguente si sarebbe iscritto alla classe prima di quella scuola. «Ma io non sapevo nemmeno quanti anni avesse suo figlio», ha riferito ieri il professor Conforti al giudice. L'insinuazione non ha trovato riscontri e il docente di tecnologie, venuto a conoscenza di quella lettera, denunciò per diffamazione la collega di religione. Si aprì così un procedimento penale di fronte al giudice di pace, che nella precedenti udienze aveva cercato di conciliare i due professori. Ma non arrivando a una pacificazione ieri si è arrivati a sentenza. Nella loro testimonianza tre insegnanti che erano presenti a quello scrutinio, una docente di francese, una di educazione fisica ed una d'arte, hanno spiegato che nell'assemblea non hanno notato intimidazioni da parte di Conforti verso la Cursi. Una sola delle insegnanti ha affermato che successivamente aveva saputo della presunta intimidazione. Ma decisiva è stata la testimonianza del preside dell'istituto De Vido. Il dirigente scolastico ha spiegato come la lettera per cui l'insegnante di religione è stata accusata di diffamazione era riservata e chiusa in una cassaforte. Furono informati il dirigente provinciale Maria Giuliana Bigardi e l'ufficio scolastico regionale, da cui scattò poi un'ispezione. Il giudice di pace Massimiliano Marchetti, sentiti i vari testimoni, ha stabilito non c'è stata diffamazione ed ha così assolto Nadia Cursi perché il fatto non sussiste. Anche il pubblico ministero aveva chiesto il proscioglimento per la professoressa di religione. L'insegnante di tecnologie, invece, si era costituito parte civile nel processo per chiedere un risarcimento di 5 mila euro, sentendosi offeso dal contenuto di quella lettera. (di.b.)

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