Di nuovo in classe dopo l’isolamento «Mi mancavano compagni e prof»

Ieri prima campanella per i ragazzi dei licei delle Canossiane L’emozione di ritrovarsi a sei mesi dall’emergenza Covid

«Quanto sei diventato alto… Non ti ricordavo così». Parole “rubate” a una studentessa, a occhio del terzo o quarto anno di liceo, mentre si rivolge - con mascherina - a un compagno di classe. Stanno levando le bici dalla rastrelliera, la prima giornata di lezioni è già in archivio. E quel siparietto, nel cortile dell’istituto paritario Madonna del Grappa, acquista un valore simbolico fortissimo. Sì, è passata una vita da quando si erano parlati per l’ultima volta faccia a faccia (e senza la mediazione di uno schermo).

l’incubo e la gioia

Era fine febbraio quando l’incubo Covid si materializzò e i mesi restanti dell’anno scolastico presero le sembianze delle dirette streaming e videochat. In viale Europa fa parecchio caldo, l’ultima campanella delle superiori - lectio brevis - è alle 11.40. Ma c’è poca voglia di mare, si fa largo l’emozione di riabbracciare - a distanza - compagni e professori. «Che felicità ritrovare tutti! Sì, pure i prof», rivelano. Alle Canossiane le lezioni sono riprese ieri: 220 alunni per i licei (scienze applicate, scienze umane a indirizzo teatrale, liceo sportivo), 280 bambini per le elementari. Il cerchio si chiuderà il 14 con medie e scuole di formazione professionale. Si respira voglia di normalità, l’unica differenza dall’era pre-Covid è nelle mascherine indossate dagli scolari e genitori che li attendono fuori. Basta avvicinarsi all’uscita delle primarie (ore 12.30) e si raccoglie lo sfogo di una mamma: «Finalmente. Tenerlo a casa era ormai ingestibile, non vedeva l’ora di ritrovare i suoi compagni», racconta Lara Bolzon. Ma riavvolgiamo il nastro di pochi minuti e torniamo ai licei.

i licei

Gli studenti lasciano l’aula, inforcano la bici, si dirigono alla fermata del bus. Si ferma Alessandro Giacomin, del liceo sportivo, calciatore della Godigese. Prima di salire in vespa racconta la sua emozione: «Mi mancavano i compagni, ritrovarci tramite videolezione non era la stessa cosa. Di certo è un po’ difficile abituarsi alle nuove regole, non puoi interagire con i compagni come prima». Elia Furlanetto studia Scienze Applicate: «Già con i recuperi avevo iniziato a riprendere confidenza con l’aula. Mi mancavano i compagni, ma soprattutto i professori. Sì, i prof. Perché con gli amici, nei mesi della didattica a distanza, mi tenevo in contatto con le videochat». L’amico Tommaso Colombo: «Mi è piaciuto rivedere tutti, ma ho timore per i prossimi mesi. Specie per gli assembramenti nei bus. Riusciremo a fare un anno regolare?».

i prof

Nel mentre incontriamo una docente. Elisabetta Vivian insegna Storia dell’Arte alle scienze applicate: «Ho colto subito l’entusiasmo nei ragazzi. Avevano tanta voglia di normalità. C’era la necessità di guardarsi negli occhi, di riassaporare la gioia del contatto diretto». E le regole anti-Covid? «Abbiamo il controllo della temperatura all’ingresso», spiega Andrea Vitulli, direttore Canossiane e insegnante di Diritto, «C’è un incaricato, docente o bidella, con termometro digitale. Gli accessi? Diversificati, cinque entrate e otto uscite». E per metà ottobre s’attende una tensostruttura da adibire a palestra.

pio x

Ma ieri si è ripreso pure al Pio X: 75 bimbi dell’infanzia, un centinaio per le prime elementari. «In un’aula del nuovo stabile, si misura la temperatura con termoscanner manuali», precisa la coordinatrice Laura Catella, «I piccoli sono stati bravissimi: l’accoglienza l’abbiamo fatta nel cortile, raggruppandoli a cerchio». —

Mattia Toffoletto

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