De’Longhi, svolta al vertice Garavaglia diventa il nuovo ad

Il manager scelto dal cda arriva da una multinazionale svizzera del cioccolato Fabio rimane vice presidente. L’avvicendamento è il preludio a nuove acquisizioni

treviso. Svolta storica per la De’Longhi: il consiglio di amministrazione ha approvato la proposta di nomina di un nuovo amministratore delegato, Massimo Garavaglia, al posto di Fabio De’Longhi, figlio del fondatore, che rimane all’interno dell’azienda con la carica di vice presidente. La nomina dovrà essere approvata dall’assemblea dei soci del prossimo 22 aprile, Garavaglia sarà quindi operativo dal primo maggio. L’azienda parla di «volontà di rafforzamento della struttura manageriale»; gli analisti leggono l’operazione come il preludio a una nuova stagione di acquisizioni da parte di De’Longhi sul mercato internazionale.

l’avvicendamento

Massimo Garavaglia è entrato in Barry Callebaut, società svizzera leader mondiale nella fabbricazione di prodotti a base di cacao e cioccolato di alta qualità, nel 1993, attualmente è responsabile per la multinazionale delle aree Europa, Medio Oriente, Africa. «La proposta di incarico - spiega l’azienda - nasce nel quadro di una costante espansione delle attività del gruppo De’Longhi e della conseguente volontà di rafforzamento della sua struttura manageriale, al fine di proseguire il percorso di grande successo degli anni passati e affrontare le nuove sfide di mercati in rapida evoluzione a livello globale, cogliendone ogni favorevole opportunità». Garavaglia porterà quindi in dote «un’esperienza maturata in ruoli apicali all’interno di un gruppo multinazionale svizzero quotato, Barry Callebaut». Prima di Garavaglia, l’ultimo manager che aveva lasciato un segno indelebile nel gruppo, accompagnandolo alla quotazione in Borsa nel 2001, era stato Stefano Beraldo, che nel 2005 aveva lasciato le deleghe in mano a Fabio De’Longhi, figlio del presidente Giuseppe. Fabio De’Longhi manterrà la carica di vice presidente e, spiega l’azienda, «manterrà le stesse deleghe di cui è attualmente titolare, allo scopo di fornire pieno supporto all’azione operativa del dottor Massimo Garavaglia». Il doppio binario su cui correrà l’azienda sembra quindi tracciato: da un lato la presenza solidissima della componente familiare, più improntata a un ruolo di indirizzo strategico e direzionale, dall’altro la progressiva apertura ai manager, figure professionali che arrivano dall’esterno con ruoli più operativi.

la strategia

Sviluppo internazionale a suon di acquisizioni: gli analisti leggono così la mossa del gigante trevigiano, che oggi fattura 2,2 miliardi di euro ed è in continua crescita negli anni. Una possibile dinamicità sul mercato delle acquisizioni e delle fusioni è favorita da una liquidità importante del gruppo (473,3 milioni di euro secondo l’ultima relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2019) e dall’Ebitda a 312 milioni (bilancio al 31 dicembre 2018), un tesoretto da quasi un miliardo di euro che permetterebbe al colosso degli elettrodomestici di muoversi da protagonista. Il cda ha approvato la proposta di nomina del nuovo amministratore il 20 gennaio, l’assemblea del 22 aprile dovrà approvare la nomina (una formalità visto che la famiglia controlla il 69 per cento delle quote) e contestualmente l’aumento da 11 a 12 dei componenti del consiglio di amministrazione. —

Andrea De Polo

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