Della Pietra trionfa superando il 70% È il sindaco più votato di Spresiano
SPRESIANO
Marco Della Pietra è il sindaco più votato della storia del Comune di Spresiano.
Con il 70,07% si guadagna il secondo mandato da primo cittadino, e lo fa con un autentico trionfo. Sono 4.425 gli spresianesi che lo hanno scelto, superando, e non di poco, il compianto primo cittadino Mauro Sordi, che nel 2000 ottenne 3.843 voti. Un record che strappa un’emozione e qualche lacrima a Della Pietra: «Non ci credo. Io avevo pure qualche timore, anche se tutti coloro che mi stavano attorno mi dicevano che stava andando bene».
Agli avversari sono rimaste solo le briciole. Tiziano Pagotto, pur con il sostegno della Lega, si è fermato al 16,01% con 1.011 voti; mentre Alessandro Lorenzi (Obiettivo Comune) si deve accontentare del 13,92% con 879 voti.
Per Della Pietra un’affermazione plebiscitaria, o “zaiana” diceva qualcuno ieri paragonando il risultato delle amministrative spresianesi al trionfo del governatore del Veneto. In Lega a molti saranno fischiate le orecchie, perché a Spresiano il partito aveva dato molte attenzioni. Della Pietra da due anni a questa parte è stato il nemico numero uno del Carroccio, in particolare per Gianantonio Da Re, segretario regionale all’epoca della crisi: due anni fa da lui è partito l’ordine di abbandonare la maggioranza ai consiglieri leghisti Sabrina Cipriani, Pietro Caron e Gianni Mastrodonato, per altro ieri bocciati dalle urne e esclusi dal nuovo consiglio comunale. Al centro dello scontro la decisione del sindaco Della Pietra di convertire le quote di Asco Holding in quote Asco Piave, nonostante la contrarietà del Carroccio. Una mossa che a Spresiano ha portato un tesoretto da centinaia di migliaia di euro, e ha però costretto Della Pietra a tenere in piedi la sua maggioranza in consiglio con un solo voto di margine, e per due lunghi anni. Lo ha fatto, Della Pietra, mettendo a rischio il suo posto, ma evidentemente è stato premiato. Il sindaco in realtà era già entrato una volta a gamba tesa contro la Lega Nord, quando nel 2012 rassegnò le dimissioni da segretario della sezione locale dopo lo scandalo dei diamanti: «Come faccio a chiedere 30 euro per la tessera ai militanti se i vertici del partito usano i soldi per i fatti propri?», aveva detto Della Pietra a muso duro.
E proprio con quella frase è nato il Della Pietra che oggi governa il Comune con il 70,07%. Un “uomo solo al comando”, come lo è stato in questi cinque ultimi anni. Amministratore e poco politico, brillante comunicatore – non molto con le minoranze per la verità – e poco propenso al compromesso, almeno all’apparenza. Sembra la descrizione di Zaia, e con le debite proporzioni il modello è proprio quello. Le frasi “Il voto dei veneti al veneto”, “La Regione che non mette le mani in tasca ai veneti” pronunciate da Zaia sul palco del K3 lunedì sera, hanno un’assonanza con alcuni provvedimenti messi in atto da Della Pietra in questi anni, come l’azzeramento delle rette dell’asilo per chi ha un reddito inferiore ai 60 mila euro – in pratica quasi tutti – e l’annullamento dell’addizionale Irpef. Scelte che hanno inciso, e proiettato il sindaco in un consenso inaspettato nelle proporzioni per ammissione anche del diretto interessato.
Mentre ancora una volta nell’urna si dissolvono i temi ambientali, su cui invece aveva scommesso Alessandro Lorenzi, proiettato alla candidatura a sindaco dopo un anno da portavoce del comitato che lotta contro l’impianto della Mosole nella cava Borgo Busco.
«Questo 70% è la soddisfazione a livello professionale più grande che abbia avuto. La prima volta cinque anni fa ho vinto, e ci credevo, ma non avevo dimostrato nulla, era un voto dato sulla fiducia. Ora invece questo 70% significa che qualcosa di buono l’ho fatto», sono le parole di Della Pietra. Che nell’idillio del trionfo sceglie di non affondare il coltello nel commentare il 16% a cui si è fermata la lista targata Lega, e svela un retroscena: «Non nego che quando Domenico Presti ha fatto un passo indietro, ho parlato con la Lega per cercare una quadra. Non mi sembrava giusto andare al voto con la destra divisa. Ma non si è voluta trovare, e non per colpa nostra. A qualcuno non sarà andata bene, ma sono convinto che molti leghisti, sia elettori che rappresentanti mi vogliono bene, perché sanno che se posso mi batto anche per loro e che so giocare di squadra».
Ma per il sindaco è nella concretezza che va cercata la ragione della vittoria: «In questi cinque anni abbiamo fatto molte azioni innovative. L’azzeramento dell’irpef, il recupero crediti, le rette degli asili, Asco; ma anche la strada del cimitero di Visnadello, che il paese chiedeva ormai da 40 anni. Credo di aver portato un nuovo modo di lavorare: non basato solo sulle competenze, ma anche sul rapporto umano con i cittadini e con i dipendenti del comune».
Un modello che a Spresiano è valso a Della Pietra un rarissimo bis da sindaco; riuscito fino a ieri solo a Giuseppe Fava – papà di Roberto, ora vicesindaco in pectore – e a Mauro Sordi.
Federico Cipolla
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