Del Piero testimonial della Vespa in India

Un mito nazionale. Anzi, due. Tra Alessandro Del Piero e la Vespa Piaggio scatta il matrimonio d’affari: il campione trevigiano sarà ambasciatore del marchio Vespa in India, Paese che ha ospitato le sue ultime giocate di classe su un campo da calcio. L’ex capitano della Juventus e campione del mondo con gli azzurri nel 2006 si recherà in visita in India il primo settembre per un evento legato a questa sua nuova partnership con il marchio delle due ruote: lo riporta il quotidiano indiano The Times of India.

La nuova vita di Del Piero, dopo le ultime esperienze da giocatore in Australia e proprio nel subcontinente, non è ancora definitivamente lontana dal calcio: Ale non ha ancora dato l’addio ufficiale e anche recentemente ha dichiarato che se ci fosse un’occasione interessante dal punto di vista umano non si tirerebbe indietro. Per il momento si dedicherà alle telecronache su Sky, ma una porticina (di spogliatoio) rimane aperta.

Del Piero non è nuovo a iniziative di marketing di questo tipo. Come non ricordare il mitico “uccellino” di Del Piero per una nota acqua minerale, o qualche anno prima la scelta di diventare ambasciatore del Cepu, il centro di preparazione universitaria. Ora la partnership con un marchio che da nazionale è diventato globale: Piaggio ha lanciato il marchio Vespa in India nel mese di aprile 2012 e ora produce gli scooter nello stabilimento a Baramati, Maharashtra.

Del Piero, ormai vicino alle quarantuno primavere, l’anno scorso ha giocato con i Delhi Dynamos nella Super League of India (ISL), esperienza esotica dopo una lunga carriera (19 anni) con la maglia della Juventus e due stagioni nel campionato australiano al Sydney FC. «Siamo molto contenti che Alessandro Del Piero entri a far parte della famiglia Vespa in India» , ha detto il manager di Piaggio India, Stefano Pelle, «gli scooter e Del Piero hanno molte cose in comune, sono due famosi simboli italiani nel mondo riconosciuti per i loro successi e il profondo impatto sull’opinione pubblica».

Fabio Poloni