Debilitato da un batterio e ucciso dal Covid: è morto Nico Dametto

ASOLO. Prima era arrivato un batterio a debilitarlo, poi si è aggiunto il Covid-19, e per Nico Dametto non c’è stato nulla da fare. Sabato si è spento all’ospedale San Valentino di Montebelluna, dove era ricoverato nel reparto Covid, in Terapia intensiva da quando le sue condizioni si erano aggravate. Aveva solo 63 anni.
Le sue vicissitudini erano iniziate la scorsa estate, quando era stato operato a un ginocchio perché si era gonfiato. Una semplice iniezione per asportare il liquido che si era formato, ma da quel momento i problemi si erano aggravati a causa di un batterio che lo aveva colpito. Lunghe cure, medicine su medicine, poi i problemi di respirazione perché dall’infezione erano stati interessati anche i polmoni. Così era stato ricoverato con urgenza, in ospedale gli avevano fatto il tampone ed era risultato positivo al coronavirus.
Era stato portato in Terapia intensiva ed intubato, ma il suo fisico ha resistito una settimana e poi il suo cuore si è fermato. Nico Dametto era in pensione, prima di mettersi a riposo era dipendente della Marcon, azienda che si occupa di trattamento dei rifiuti, a Crespignaga. Abitava a Casella di Asolo.
«Ho perso un amico a causa di un batterio – lo ricorda Giorgio Marcon– una triste fine per Nico, un amico e un uomo nel fiore della vita, colpito da questa infezione dopo una operazione al ginocchio».
Nico Dametto ha lasciato la moglie Loredana e le figlie Ketty, con Francesco, e Arianna, i fratelli, i nipoti e gli altri parenti. I suoi funerali saranno celebrati domani alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Casella d’Asolo, dove la salma arriverà dall’ospedale San Valentino di Montebelluna.
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