Dalle App al campo: Francesco, l'ingegnere contadino di Motta di Livenza

Motta di Livenza. Benedet lascia il lavoro informatico per dedicarsi alla terra «Affascinato dal progetto di vivere di agricoltura biologica»

MOTTA DI LIVENZA. Da sviluppatore di software a contadino: la scommessa dell’ingegnere 35enne Francesco Benedet si chiama “Ra-Barbari: prove generali per una vita terrena - ossia il tentativo di vivere d’agricoltura”. Questo è lo slogan con cui ha fondato la sua azienda agricola nel 2014, dopo sette anni trascorsi a sviluppare software in ambito alberghiero.

Oggi continua a fare l’ingegnere part time, lavoro che spera di lasciare quando l’azienda agricola entrerà a regime in modo da consentirgli l’indipendenza economica. Dopo un percorso netto all’università di Padova che lo ha portato a laurearsi in ingegneria informatica nel 2007, Francesco Benedet inizia subito a lavorare nel settore informatico ma la passione per l’agricoltura è latente e presto inizia ad emergere.

«Ho iniziato coltivando un fazzoletto di terra di neanche mille metri quadrati», racconta Francesco, «Ho respirato la vita della terra fin da piccolo stando accanto ai miei nonni, uno in particolare era contadino. Ad un certo punto ho iniziato ad avviare un orto con l’idea di autoprodurre le verdure necessarie alla mia famiglia e dei miei parenti più stretti». Agricoltura e informatica appaiono due mondi in pieno contrasto: qual è il punto di incontro? «Ho notato che molti che scelgono materie informatiche hanno poi bisogno di rallentare», riflette l’ingegner Benedet, «in questo senso l’agricoltura può essere una valvola di sfogo. Dall’altra parte l’agricoltura non è comunque più un’attività lenta come una volta, dipende da come la si vuol intendere». L’esperimento di autoproduzione casalingo ha funzionato pienamente.

«Abbiamo dovuto modificare un po’ le nostre abitudini alimentari», spiega Benedet, «Infatti l’orto riusciva a soddisfare pienamente le necessità alimentari famigliari annue, senza quindi acquistare ulteriori verdure dall’esterno, ma vincolandole alla verdura di stagione. In pratica abbiamo smesso di comprare pomodori o altro fuori stagione ma abbiamo gustato pienamente le verdure che ogni stagione ha da offrire».

Oggi Francesco Benedet lavora circa un ettaro di terra senza l’utilizzo di sostanze chimiche, con l’aiuto dei famigliari e della fidanzata, vendendo ai gruppi di acquisto solidale ma anche a privati le sue verdure. «Ho costituito un’azienda agricola che porta il mio nome e lavoro ogni giorno per renderla economicamente sostenibile», afferma Benedet, «Ammetto che non è facile, infatti per il momento continuo a lavorare part time come ingegnere. Da circa cinque anni ho cominciato ad allevare api e a produrre miele. Sono partito con poco e ora ho una quarantina di arnie».

Con la produzione di miele a regime, Benedet spera di dare la svolta decisiva all’azienda.

«Ho scelto le api per curiosità e interesse», osserva Benedet, «Bisogna imparare a conoscere le api giorno dopo giorno, la loro gestione non è immediata: non vanno considerate come singoli insetti ma come insieme. Ho iniziato con due casette e ora sono 40. Il primo problema che mi sono trovato di fronte è quello della sciamatura: un giorno vai alla casetta e la trovi vuota perchè la regina con la maggior parte delle api è volata via. Ammetto che è un po’ destabilizzante, ma ci si abitua e si impara a gestire anche la sciamatura».

Progetti per il futuro? «Nel medio periodo l’ottenimento della certificazione biologica sia per le verdure che per il miele», afferma Francesco, «Credo nell’importanza delle certificazioni e ci ho investito gli ultimi anni e spero di ottenerle prossimamente. Nel lungo periodo invece ho un progetto di coltivazione di cereali antichi».
 

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