Dalla bottega del papà all’impero industriale: cinquant’anni fa moriva “Gino” Zoppas

CONEGLIANO. Il primo frigorifero, la prima lavatrice, la prima cucina a gas. “3oppas” con quella zeta inconfondibile, Conegliano, la mensa degli operai, la sirena in fabbrica, Inox Valley, “Zoppas li fa e nessuno li distrugge”. Immagini, sensazioni, documenti di una storia industriale che oggi commemora i cinquant’anni dalla morte del fondatore, Luigi Zoppas, per tutti Gino, scomparso il 23 maggio 1970 a 64 anni. L’icona del Veneto rialzato dalla povertà e diventato locomotiva industriale.
Una storia da romanzo
Gino era figlio di Ferdinando Zoppas e Maria Buzzati, il minore di tre fratelli maschi: Francesco e Riccardo Augusto. Il padre era un fabbro e, appena cresciuti abbastanza, i figli iniziarono a “fare i mercati” con lui. Poi, grazie a un prestito senza garanzia di una banca locale, la famiglia inaugurò una bottega di ferramenta a Conegliano. Era la “Ferdinando Zoppas & figli s.n.c.”. Dopo la morte del papà, nel 1924, Gino Zoppas, appena diciottenne, prese a macinare un’innovazione dietro l’altra. Insieme ai fratelli si dedicò alla riparazione di cucine economiche a legna o carbone, le uniche in uso allora, e ben presto iniziò a produrle direttamente: nel 1926 il battesimo della prima cucina economica Zoppas. Accanto a Gino, in fabbrica c’è lo zio Luigi Buzzati. E si deve proprio al Buzzati, che aveva insegnato calligrafia, la creazione della famosa “zeta gotica” del logo “3oppas”. «Una lettera dell’alfabeto tedesco perché la Germania è sinonimo di qualità» ricorda oggi il figlio Gianfranco Zoppas, «qualità e modernità hanno sempre guidato le scelte di mio padre e le nostre».
la crescita
Nel secondo dopoguerra la Zoppas conosce un nuovo impulso. Il “Modello 48” (la “regina delle cucine” della fiera di Milano) ha un successo tale che gli stabilimenti devono essere ampliati. Conegliano stessa, e i paesi della Sinistra Piave, crescono al ritmo della Zoppas, conoscendo un boom demografico grazie alle assunzioni nelle fabbriche. All’inizio degli anni ‘50, nei suoi viaggi - in nave - negli Stati Uniti, Gino scopre elettrodomestici mai visti nel nostro Paese. E decide di produrli. Nasce così il primo frigorifero italiano (Modello standard 160). E nel 1955 la prima lavatrice e la prima cucina a gas. Gli anni ’60 sono quelli di Carosello, dello slogan “Zoppas li fa e nessuno di distrugge”, di una competizione tutta nordestina (ma con il mondo come territorio di sfida) con i pordenonesi della Zanussi. Nel 1961, la Zoppas diventa Società per Azioni.
le nozze con zanussi
Gli anni successivi sono un Big Ben industriale che rivoluziona una città, una provincia, una regione. Cresce l’indotto, nasce il “distretto”, l’export decolla. I due grandi rivali, Zoppas e Zanussi, si annusano. Nel 1968 muore Lino Zanussi in un incidente aereo mentre erano già avviate le trattative per la fusione, quando riprendono l’ottica è diventata finanziaria e Gino non ne vedrà la conclusione. Muore il 23 maggio 1970 a 64 anni. In quel momento gli stabilimenti dell’azienda nata in un negozio di ferramenta avviato dal padre si estendono per un milione di metri quadrati e occupano 7.000 persone. Nel 1971 muore anche Augusto, a marzo. E ad aprile Francesco. Gli insegnamenti di Gino Zoppas li portano avanti i figli Maria Teresa, Enrico, Gianfranco, Sara e Renzo. Alla famiglia Zoppas fanno capo oggi aziende come come la San Benedetto e le Zoppas Industries (Irca e Sipa), nella cui gestione sono coinvolti anche i nipoti. —
andrea de polo
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