Da Re ci riprova contro sette sfidanti

Sette liste a sostegno del sindaco uscente, il centrosinistra si coalizza attorno a Tonon, l’incognita degli outsider

Ci siamo, adesso via alla campagna elettorale, più animata che mai. Vedremo se sarà anche contrastata. Ben 8 i candidati sindaci, ben 19 le liste collegate, quasi un record. Oltre al sindaco, i consiglieri da eleggere sono 16, non più venti. Ed è possibile che anche i pretendenti allo scranno più importante restino esclusi dall’assemblea municipale, se non raggiungono i voti necessari. Gianantonio Da Re, Lega Nord, che si ricandida per il secondo mandato, partecipa alla corsa con 7 liste: la sua (“Toni Da Re sindaco”), capeggiata da Carmine Alfieri, con dentro anche il campione di ciclocross Renato Longo; quella della Lega Nord, primo della serie Ennio Antiga, presidente del Consiglio; Forza Italia (Berlusconi con Da Re), a capo Paolo Beghetti; Vittorio Nuova, aperta da Antonella Caldart, assessore uscente; Vittorio con i Giovani, aperta da Sabina Buttignol e il promotore, Flavio Franco, in sesta posizione; “Ceneda uniti per Vittorio”, promossa da Thomas Toffoli, ma cappeggiata da Paola Alpago; “Rinnovamento e Trasparenza”, in testa Mauro Della Colletta (“detto Filosofo”), come scrive la scheda di presentazione, mentre ha fatto un passo indietro il fondatore Carlo Casagrande. Tra le civiche, ecco “Tutela contribuenti”, con candidato sindaco Davide Visentin e Mauro Agrizzi, capolista, mentre Gianni Casagrande, il promotore, si piazza al terzo posto. Dario Dus è il candidato sindaco di Ncd Alfano, con Davide Pizzol ad aprire le danze. La “Lista Zaros” incoraggia Oscar Zaros per il ruolo di sindaco, mentre Adriano De Polo capeggia la lista. Enrico Scaglia dà il nome alla propria lista, che ha in testa Antonio Dal Bò. Manca Fratelli d’Italia, non voluta dal candidato Da Re, ma nemmeno da Dus, quindi da Maurizio Castro, che in città è il coordinatore degli alfaniani. E proprio nel giorno della chiusura delle liste, Castro non le manda a dire alla maggioranza e in particolare al sindaco uscente, Da Re. «Il quindicennio leghista dell’amministrazione vittoriese sarà inesorabilmente giudicato come il peggiore della storia della nostra città. Il profilo sociale, economico e culturale di Vittorio Veneto ha avuto l'andamento più povero, più cupo, più estraniato, rispetto a ogni altra corrispondente comunità del NordEst». «Nessuna visione strategica» spiega Castro, «nessun orizzonte di sviluppo, nessun progetto riuscito: solo un esercizio asfissiante e militaresco di sottopotere». Di qui la necessità, secondo Castro, di un cambiamento netto, scandito, inequivocabile. «Abbiamo ritenuto, rappresentando l'area politico-culturale del centro e del centrodestra più responsabile e più attenta ai valori della tradizione nazionale, di promuovere una candidatura alla guida della città, quella appunto di Dario Dus, sostenuta da un forte patto programmatico e organizzata intorno al vettore del rinascimento vittoriese, e dunque capace di interpretare in modo diretto e innovativo la domanda di cesura rispetto al passato, senza defluire nella proposta del Partito Democratico, segnata ancora da un evidente conservatorismo progettuale». Più tranquillo, invece, Oscar Zaros che ha comunque tirato il fiatone per arrivare in capo alla sua candidatura. «Mi candido per dimostrare che chiunque, purché animato da buon senso civico e supportato da un valido gruppo, formato da persone capaci, che intendono il territorio come bene comune da condividere e salvaguardare, può decidere di impegnarsi per dare alla città il valore che sempre si merita».

Francesco Dal Mas

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