Crematorio riaperto Stop ai morti in “coda”

II crematorio di Santa Bona ha ripreso la piena funzionalità soltanto da pochi giorni. E per i defunti trevigiani c’è la possibilità di tornare ad usufruire del “Supremum Vale”, il nome ufficiale dell’impianto.
Dai giorni successivi alle festività, i defunti avevano dovuto emigrare verso altri forni crematori del Veneto, in primis S pinea (che rispetto agli anni scorsi ha supplito in maniera molto funzionale alla ..bisogna), senza contare Mestre.
Prima per la manutenzione dell’impianto di Santa Bona, che ha indotto Contarina a chiuderlo del tutto per un certo periodo, successivamente perché bisognava smaltire i defunti estumulati dai cimiteri comunali, operazione che periodicamente scandisce il turnover nell ’ultima dimora
Una congiuntura e un combinato disposto che ha costretto le società di onoranze funebri della città a fare di necessità virtù: la pressione sul crematorio ha prodotto una sorta di “lista d’attesa” e di “ingorgo”, per l’estremo trattamento delle salme, con la caccia all’impianto più vicino per espletare il servizio.
In passato, c’è stato chi ha dovuto ricorrere anche a Ferrara, o Reggio Emilia. «Stavolta è andata meglio», osserva un impresario funebre, «la riapertura ora porta tutto alla normale funzionalità»
La questione porta nuovamente alla ribalta la questione del raddoppio della linea a Santa Bona, ma intanto Conegliano sta ultimando il suo crematorio (pronto per fine anno?), e la Marca potrebbe essere a quel punto a regime. Allo stato, ricorrono alla cremazione, circa due terzi dei defunti. —
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