Credito Trevigiano: volti nuovi

Mason: «Contattato ma la scelta è caduta su altri». Lista unica salvo sorprese e un utile di 615mila euro

VEDELAGO. Domenica mattina alle 8.30 alla tensostruttura allestita vicino a villa Emo a Fanzolo ci sarà l'assemblea annuale dei soci del Credito Trevigiano. Non ci sarà solo da approvare il bilancio, che presenta un utile netto di 615 mila euro.

All’ordine del giorno c’è anche il rinnovo del vertice della Banca di Credito Cooperativo. Ci sarà un’unica lista in cui sono presenti tre nomi nuovi sul totale di 11 consiglieri del Cda. Si tratta di Sabrina Volpato, imprenditrice di Fossalunga, seconda donna dal 2010 candidata come consigliere, Enrico Scapinello, 24 anni, ragioniere ed architetto di Castelfranco Veneto, e Daniele Volpato, 51 anni, di Caerano San Marco, imprenditore nel settore tessile- abbigliamento.

«Abbiamo recepito le richieste pervenute dai soci nel corso delle 12 assemblee zonali di questi mesi rispettando i criteri di rappresentatività delle aree “storiche”, della territorialità, della operatività, delle categorie economiche, di genere, di età anagrafica - spiega Nicola Di Santo, presidente di Credito Trevigiano - ed inoltre il consiglio d’amministrazione ha valutato le candidature pervenute in base agli obiettivi della banca tenendo presente le diverse tipologie di soci». Non si escludono tuttavia colpi di scena clamorosi.

Nei giorni scorsi infatti è trapelata la notizia di un gruppo di soci intenzionati a proporsi nel direttivo della banca. Tra questi spicca il nome di Renato Mason, ex direttore generale dell'usl 8.

«Mi è stato chiesto, ma poi la scelta è ricaduta su altre persone - spiega lo stesso Mason - più giovani di me. Una scelta peraltro condivisibile. Non c'è intenzione da parte mia di candidarmi ad un posto in consiglio di amministrazione». Insomma, sarebbe da escludere la partecipazione di Mason a qualsiasi altra cordata, come invece si vociferava negli almbienti.

I dati del bilancio del Credito Trevigiano, che saranno presentati ai soci, registrano una raccolta diretta per oltre 1 miliardo di euro, in crescita dell’1,72%, ed impieghi per un miliardo e 33 milioni di euro.

L’utile, al lordo delle rettifiche, supera i 15 milioni, con un incremento di +31,9%, dei quali 14 milioni vengono accantonati per affrontare le criticità del credito.

«Vuol dire che la nostra banca sostiene le famiglie e le imprese del territorio - spiega Gioachino Basso, vice direttore del Credito Trevigiano - avendo un patrimonio di quasi 150 milioni di euro può supportare i rischi conseguenti alla criticità del credito derivanti dalla crisi generale».

Le sofferenze nette costituiscono il 4,15% degli impieghi alla clientela, ma il Tier1, ovvero l’indice di solidità che misura il rapporto tra patrimonio di base e il totale delle attività di rischio, è del 14,09%, quando nelle grandi banche è sotto il 10%. Questa performance permette al Credito Trevigiano di poter disporre di un patrimonio libero per oltre 65 milioni di euro.

Un dato interessante, alla luce delle congiunture attuali e un segno di buona amministrazione per il gioiellino di Vedelago.

Daniele Quarello

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso