Credito Trevigiano e Brendola Dalla Bce via libera alla fusione

VEDELAGO
Si chiamerà Banca delle Terre Venete il nuovo istituto di credito che nascerà entro quest’anno dalla fusione tra il Credito Trevigiano e la Cassa Rurale ed Artigiana di Brendola.
Rinuncerà quindi al suo nome la storica banca del territorio che ha sede a Fanzolo di Vedelago. Ma resterà lì, nel prestigioso ufficio dell’ex fattoria di Villa Emo, la sede legale della futura Banca delle Terre Venete. La sede amministrativa sarà invece insediata a Vicenza.
Con la fusione quest’anno si apre anche il rinnovo dei vertici: il direttore generale e il vice presidente vicario saranno indicati dal Credito Trevigiano, ma gli accordi di governance prevedono che il presidente, il vice presidente e il condirettore generale siano espressione della banca di Brendola. Ieri c’è stato un altro passo avanti nel percorso burocratico verso la costituzione della Banca delle Terre Venete. Iccrea Banca, capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, ha infatti ufficialmente comunicato ai vertici delle banche che si apprestano alle “nozze” il via libera della Banca Centrale Europea al progetto di aggregazione.
La nuova Banca di Credito Cooperativo sarà la prima realtà veneta del Gruppo Iccrea per dimensioni e per volumi di attivi, con uno stock di 3,3 miliardi di euro di attivi, (posizionandosi come l’8a Bcc in Italia, tra quelle del Gruppo), con impieghi pari a 1,7 miliardi di euro e una raccolta complessiva da 3,5 miliardi di euro. La futura Bcc, che prevede la sua costituzione in ottobre dopo il passaggio formale delle assemblee straordinarie delle due banche, vanterà una base sociale di circa 14 mila soci, 60 sportelli posizionati trasversalmente a livello regionale in 49 comuni nelle province di Treviso, Padova, Vicenza, Verona e Belluno, 120 mila clienti e più di 450 dipendenti. Dopo le assemblee ordinarie dei due istituti per l’approvazione del bilancio 2019 – entrambe fissate per lunedì prossimo – sarà fissato un calendario di incontri con la base sociale per illustrare con dettaglio il progetto di aggregazione. L’iniziativa, che vede avvicinare due presìdi del territorio e compagini sociali sostanzialmente omogenei, ha come primo obiettivo quello di fornire una Bcc di riferimento solida ed efficiente, con un Cet1 del 18,77 per cento (indicatore che esprime la robustezza del patrimonio dell’istituto), e in grado di soddisfare, anche grazie alle sinergie con le strutture specialistiche del Gruppo Iccrea, le esigenze dei soci e dei clienti.
«Si chiude parte di un iter obbligatorio che conferma la bontà di un’operazione lungimirante, su cui siamo al lavoro da tempo», dichiara il presidente di Credito Trevigiano, Pietro Pignata, «I nostri istituti, ieri come oggi, continuano così a guardare al futuro e alle nuove sfide che questo riserverà. Che la notizia giunga a margine di un periodo difficile, com’è stata e come sarà l’emergenza anche economica scatenata dal Coronavirus, deve farci riflettere ulteriormente. Poter fare i conti con una struttura professionale ed organizzativa più importante, come sarà quella di Banca delle Terre Venete, non potrà che farci trovare più pronti anche di fronte alle eventuali nuove difficoltà o incertezze future, mantenendo intatte le attuali attenzioni a famiglie e imprese».
Dal Credito Trevigiano assicurano che non ci saranno tagli al personale, ogni step sarà condiviso con i soci a cui spetterà l’ultima parola per sancire la fusione. —
Maria Chiara Pellizzari
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