Covid hotel, l’Usl 2 sceglie Villa Fiorita a Monastier: pronte da subito una novantina di camere

TREVISO. Alberghi in lizza per diventare Covid Hotel della Marca, alla fine nella lista della regione resta il solo nome dell’hotel Villa Fiorita di Monastier. Ma pare ci fossero altri candidati, almeno in prima battuta.
«Ci sono pervenute delle manifestazioni di interesse anche da parte di un albergo dell’Opitergino e da un albergo nel Coneglianese» dice infatti il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Alla fine però ne è rimasto solo uno: il più idoneo, e verrà riconvertito in una struttura da 90 camere per accogliere le persone in quarantena fiduciaria, i positivi al virus senza sintomi, oppure con sintomi lievi, sempre sotto monitoraggio di due infermieri e con il supporto del personale dell’albergo appositamente formato per la consegna dei pasti, il cambio delle lenzuola e degli asciugamani, in un contesto a rischio infettivologico.
IL TOTO NOMI
Secondo indiscrezioni, i papabili alberghi che potevano essere idonei a diventare Covid Hotel erano anche strutture come il Primhotel di Oderzo, Eurorest e Hotel Città di Conegliano nel Coneglianese. Ma Villa Fiorita ha avuto la meglio.

«Lo scorso aprile, grazie alla collaborazione dei nostri 160 soci, avevamo fornito all’Usl 2 una mappatura degli alberghi presenti sul territorio con le caratteristiche tecniche e il numero di posti letto. Abbiamo dato la nostra disponibilità a collaborare» dice Giovanni Cher, presidente di Federalberghi ma anche nel cda di Villa Fiorita. All’epoca non se ne fece nulla, visto il regredire della pandemia in estate, ma ora la struttura serve. Dal canto suo, però, Federalberghi sottolinea che ad oggi non è ancora stato avviato un confronto tra Usl e associazione di categoria, pur senza escludere che alcune singole strutture alberghiere possano aver avviato una trattativa per conto proprio. Come, appunto, Villa Fiorita.
«La partita è delicata vista la particolare tipologia di ospiti» proseguono da Federalberghi, che già nella prima fase dell’emergenza aveva sollevato una serie di questioni sulla conduzione di un Covid Hotel, «All’epoca avevamo messo in luce il fatto che il nostro personale non ha esperienza nella gestione di persone positive, che sarebbe servita una formazione specifica, così come una ridefinizione degli standard per garantire pulizie, consegna del cibo in camera, cambio della biancheria che deve avvenire dalle due alle tre volte al giorno» ricorda Cher. Sull’argomento l’Usl assicura che verrà garantito un training al personale della struttura ricettiva scelta.
I PAZIENTI
Chi sono i pazienti che verranno ospitati nel Covid Hotel trevigiano? «Utenti che devono stare in quarantena e non possono andare al domicilio, anziani soli e persone fragili, positivi asintomatici che non sono in grado di rientrare a casa. E in caso di necessità anche qualche paucisintomatico» conferma Benazzi.
L’albergo per ospiti che hanno contratto il virus servirà a ridurre la pressione sui nosocomi della Marca per quella fetta di pazienti che necessitano di un supporto assistenziale ma non ospedaliero. Stando a quanto accaduto nel resto d’Italia, gli accordi con le strutture alberghiere variano dai 30 ai 95 euro. —
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