Covid a Treviso, Fiere di San Luca a rischio. Forse solo giostre per bimbi

TREVISO.
Dopo il taglio o la riduzione dei festival estivi, delle fiere, degli eventi in città, ora l’amministrazione si trova a gestire la ricaduta dell’emergenza Covid sull’attesissima manifestazione di inizio autunno: lo storico luna park di San Luca. Un mese di tempo per decidere che fare, ed è tutto ancora in alto mare. Il rischio che l’evento possa saltare, stante la complessità della sua gestione, è concreto. Ma tutti cercano di scongiurare l’ennesimo pesante taglio. Sul tavolo l’unica ipotesi possibile però è quella di un luna park “ridotto”.
Il vertice e i problemi
Ieri a Ca’ Sugana si è riunita la commissione Fiere, l’organo che da anni gestisce a logistica dell’evento in Prato della Fiera. Al tavolo l’assessore De Checchi, i consiglieri comunali, la polizia locale, il settore attività produttive e loro: i giostrai. Da mesi, da quando il Comune ha approvato la lista degli oltre settanta partecipanti (tra banchi e giostre) tutti sono con le antenne dritte. Ca’ Sugana ha portato avanti le pratiche burocratiche per arrivare organizzata all’evento, ma rimettendo l’avvio alla «condizione sanitaria generale». Una vera spada di Damocle che si sperava di allontanare ma che oggi è purtroppo ancora pendente con il virus ancora vivo, il rischio contagi alto, le migliaia di incognite collegate ad eventi di massa. Molti i nodi da sciogliere sull’edizione 2020 delle Fiere, tanto da metterla in forse. Il primo, gravosissimo, è quello dei controlli agli accessi (inevitabilmente da contingentare, ma come? E da chi?). Poi c’è il problema degli assembramenti davanti alle attrazioni e ai banchi ristoro; la gestione ordinaria del pubblico nelle aree di transito e così pure la fattibilità o meno delle “giornate dello studente” in cui si regalavano migliaia di biglietti omaggio. Questo solo per citare i più spigolosi. Ieri si è cercato di trovare una via di uscita, non facile, alla fitta serie di criticità. I giostrai sono pronti dal canto loro a mettere in piedi un sistema di sicurezza sulla falsariga di quello fatto in altri luna park d’Italia. Ma è pur vero che altrove altre manifestazioni simili alla fine sono state costrette ad alzare bandiera bianca per impraticabilità. Al termine delle riunione nessun punto fermo. La decisione sul da farsi verrà presa nel corso della settimana. Il tempo stringe.
lpotesi “ridotta”
Unica via di uscita è quella di un luna park con meno giostre (magari selezionando quelle che possono creare meno problemi), meno pubblico, ma capace di mantenere il tratto tipico e storico della fiera a partire dal “tendone dell’oca”, l’unico che può essere garantito con la prenotazione dei posti a sedere già sperimentata anche a “Suoni di Marca”. Fiere magari più indirizzate a bambini e famiglie (più gestibili nell’emergenza). Fattibile? I giostrai si sono riservati di pensarci. Intanto a Treviso il Covid cancella un altro vento: il Tedx. —
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