«Così da sindaco ci appassionò con i suoi sogni e il suo ardore»
Politiche del 1997. La Lega Nord scende al 3,9%. A Oderzo rimedia un 16%. «Bene, alle amministrative, svoltesi contemporaneamente», ricorda Franco Manzato, già assessore regionale e sottosegretario alle politiche agricole, «Bepi Covre conquista il 51%, al secondo mandato». Il fascino di un sindaco che, con passione, sa coinvolgere: non solo i suoi, ma anche l’elettorato antagonista. D’altra parte – come rammenta sempre Manzato – nel 1993, la sua vittoria sulla Dc è stata merito anche della Sinistra che votò per Covre e, alla fin fine, per la allora Liga.
Manzato ha conosciuto Covre nei primi mesi del 1992, quando in casa radunava una ventina di volonterosi, li invitava a giocare a ping pong, discuteva con loro, immaginava nuovi scenari per Oderzo, anzi per tutto l’Opitergino. Piero Zanatta, fabbro ad Ormelle, uno dei primi seguaci di Bossi, vi partecipava con l’ardore del sognatore. 1993, dunque, prima elezione diretta del sindaco. Covre va al ballottaggio con il candidato Dc e vince. «Forse neppure lui se lo immaginava». In altre cittadine, da Conegliano a Pieve di Soligo, il Carroccio riusciva a sfondare, ma non abbastanza. «Eravamo tutti neofiti», spiega Manzato, «Noi, però, avevamo un leader, il sindaco, che non ci consentiva di baruffare tra segreteria, consiglieri e assessori. Io ero segretario, Edda Battistella capogruppo. Il segreto di Bepi? Intanto era riuscito, per la sua autorevolezza, a scegliersi gli assessori, tra i quali l’imprenditore, suo amico, Franco Serafin. E poi non ci lasciava immiserire nelle polemicucce interne. Faceva in modo che condividessimo la sua visione. Lui, cioè, aveva una visione, un’idea di sviluppo grande per Oderzo ed il comprensorio. Quindi ci appassionava con i suoi sogni. Sia noi della Lega che le minoranze, l’opposizione, alla quale riconosceva quanto di positivo aveva fatto e lui stesso lo portava avanti».
Furono costruite, all’epoca, importanti opere pubbliche, strategiche: dalla circonvallazione al sottopasso ferroviario Brandolini, alla riqualificazione della Postumia. Covre era coinvolgente, nell’azione amministrativa, rispetto a Oderzo, ma anche al suo hinterland. Riusciva ad aggregare sindaci di tutti i partiti, i quali lo seguivano – specifica Manzato – perché sapeva anche essere decisionista, con la sua autorevolezza. «È riuscito a portare in città decine di milioni che poi non abbiamo mai più visto». È dalle difficoltà dell’azione amministrativa che Covre prese lo spunto per proporre a Cacciari il Movimento dei sindaci. «Al primo incontro con Cacciari», ricorda ancora Manzato, «Bepi lo accompagnai proprio io. L’appuntamento l’aveva ottenuto Giorgio Lago, in forte amicizia con Covre, grazie alla mediazione di Rina Biz e di Edda Battistella. Bepi voleva modificare una serie di normative e già in quel primo incontro riuscì a convincere Cacciari, divenendone poi grande amico». —
Francesco Dal Mas
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