Corsa alla pensione dei professori, a Treviso collassano le segreterie
TREVISO. Segreterie delle scuole trevigiane al collasso e con “le mani legate” per il carico di tutti gli adempimenti necessari alla sistemazione delle posizioni del personale prossimo alla pensione. L’avvento di quota cento fa irruzione a scuola e presenta un conto pesante agli istituti, travolti da un’ondata di lavoro extra.
Che si aggiunge alla già cronica carenza di organico. Una novità assoluta quella della gestione di tutte le pratiche e insieme del conteggio della pensione dei dipendenti della scuola. Assegnata per la prima volta alle stesse segreterie. La protesta per l’ “overdose” di lavoro piovuta fra capo e collo degli istituti scolastici fa ora scendere in campo i presidi.
Tanto che lo scorso 25 marzo i dirigenti scolastici di ben 24 istituti su 28, dell’area d’ambito di Treviso nord, compreso tra Conegliano e Vittorio Veneto, hanno firmato un documento per lanciare un sos di emergenza, inviato insieme agli Uffici scolastici regionali e provinciali, a tutti i colleghi presidi della Marca e alle organizzazioni sindacali e che spiega a chiare lettere: «La complessità di gestione della piattaforma e la responsabilità civile e penale delle operazioni da eseguire sulla stessa, rendono imprescindibile una formazione adeguata per le procedure da svolgere – si legge nel documento – Alla data attuale gli istituti non sono stati messi nella condizione di essere operativi».
Nessun corso di preparazione per il personale incaricato ad oggi ha fatto capolino a scuola. E se fino all’anno scorso spettava all’Ufficio pensioni del Provveditorato il conteggio della carriera lavorativa del personale - con successivo controllo finale da parte dell’Inps - ora la palla passa direttamente alle scuole. Ma finora “alla cieca”.
E come mette in chiaro il documento dei 24 presidi: «Attualmente non è stata ricevuta alcuna formazione e supporto». Ad assegnare i nuovi compiti per casa riversati sulle segreterie è una nota dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto dello scorso 25 febbraio che ha riservato alle scuole gli adempimenti fino all’anno scorso di competenza dell’Ufficio scolastico provinciale.
A tuonare contro il provvedimento fin dalla sua comparsa, è anche il sindacato Snals della scuola che oggi mette in evidenza tutti i rischi. A partire dal pericolo di una pioggia di errori di conseguenti cause amministrative pronte a fioccare: «Il rischio di commettere errori nel conteggio della pensione così come stanno le cose è all’ennesima potenza», spiega Salvatore Auci, segretario dello Snals di Treviso, «Le scuole non sono state né formate né informate. E ora viene loro chiesto di andare a certificare la carriera lavorativa del personale. Ma per poter operare bisogna padroneggiare la materia non la si può certo improvvisare. E non si può nemmeno formare gli incaricati all’acqua di rose».
A far piovere sul bagnato ci si mette pure la cronica carenza di personale amministrativo dato in dote agli istituti, dopo i drastici tagli a partire dal 2008 con la riforma Gelmini. Con poco più di 500 impiegati ata al lavoro oggi nei 104 istituti della Marca: «Ne servirebbero almeno il doppio», conclude lo Snals, «Una media di quattro cinque amministrativi in più per ciascuna scuola».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso