Coronavirus a Treviso, l’ex preside a Fuerteventura: «La mia odissea per tornare»

Alfea Faion, già dirigente al Palladio e al Canova, era nell’isola da dicembre. «Siamo riusciti a prenotare il volo solo tre ore prima della partenza»
I due coniugi protagonisti dell'odissea a Fuerteventura e la località turistica
I due coniugi protagonisti dell'odissea a Fuerteventura e la località turistica

TREVISO. Un ritorno rocambolesco con scene d’azione al cardiopalma, per un volo prenotato tre ore prima della partenza e la corsa in aeroporto a Fuerteventura, domenica alle 18, per arrivare poi a Milano Malpensa, e con un taxi finalmente a Treviso nel cuore della notte. Così Alfea Faion, ex preside dell’istituto Palladio e del liceo Canova ora in pensione, ha lasciato con il marito Gabriele Zorzi, la sua dimora nelle isole Canarie, dove da otto anni a questa parte “sverna” in un clima mite e salutare.

Le informazioni

«Eravamo arrivati a Fuerteventura il 10 dicembre scorso» racconta Faion «e avevamo il biglietto del volo di ritorno con l’Iberia il 7 aprile, ma dopo la chiusura totale anche qui in Spagna dal 26 marzo, il volo è stato cancellato». Da qui comincia la ricerca dei coniugi per un nuovo volo di rientro, tra prenotazioni alla Ryanair e chiamate al consolato italiano, nell’incertezza più totale. «Il problema più grande è stato la mancanza di informazioni chiare» spiega l’ex preside «perché, a differenza della Vueling e dell’Iberia che hanno sospeso le tratte fino a giugno, dal sito della Rayanair vedevamo quasi tutti i voli ancora in calendario, ma dopo le prime cancellazioni, non eravamo più sicuri che la nostra prenotazione con questa compagnia il 10 maggio restasse valida. Con questo timore allora mi rivolgo al Consolato italiano e vengo a sapere che la Neos opera voli autorizzati dalla Farnesina per il rimpatrio degli italiani, con partenza il 19 o il 22 aprile».

La corsa

In quel momento mancavano pochi giorni alla partenza, che fare? «Io non sono solita prendermi all’ultimo minuto» continua Faion «ma dal Consolato non ci assicuravano sul fatto che ci sarebbero potuti essere altri voli, né quando, allora decidiamo di prenotare: il 22 era tutto esaurito e per il 19 siamo riusciti a trovare 2 posti liberi. Tuttavia, nonostante abbia tentato per sei volte di inserire i dati della carta di credito, il pagamento non andava a buon fine, e solo tre ore prima della partenza mio marito è riuscito a sbloccare la situazione: con 390 euro a testa avevamo finalmente il biglietto in mano». Parte quindi una corsa contro il tempo, con la valigia da fare, la casa da sistemare in fretta e furia, il frigorifero ancora pieno per la spesa abbondante fatta qualche giorno prima, evitando così di dover uscire di casa spesso. Per raggiungere l’aeroporto erano necessarie due auto (come in Italia, per motivi di sicurezza, è previsto solo il guidatore e un passeggero) e grazie all’aiuto di alcuni connazionali è stato rimediato un passaggio, e con puntualità è stato raggiunto l’aeroporto.

«Da Malpensa a Treviso siamo tornati con un taxi multiplo prenotato da una coppia di amici diretti a Desenzano, che abbiamo trovato sull’aereo» prosegue «e con 225 euro siamo riusciti a tornare a Treviso e ora siamo in quarantena. A Fuerteventura la situazione era sotto controllo, le stesse restrizioni che in Italia venivano rispettate alla lettera e le forze dell’ordine erano sempre presenti, nei supermercati massima sanificazione. Però mi mancavano i miei cari, soprattutto la mia nipotina Emma, che per il mio ritorno ha scritto una canzone». Inoltre Alfea Faion con il marito gestisce un residence per vacanze in Croazia, che attende turisti tedeschi da luglio: anche per questo la coppia trevigiana non poteva rischiare di restare bloccata in Spagna.

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