“Core zone” e “buffer zone” due livelli di vincoli e divieti

Nell’area periferica sono consentite coltivazioni intensive anche con la  meccanizzazione, più divieti per il nucleo centrale

CONEGLIANO. Il nuovo disciplinare tecnico per la ricandidatura delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a sito Unesco si distyingue dunque tra “core zone” e “buffer zone”. La prima costituisce il “nucleo” del sito, quello più tutelato e ricco di vincoli. La “buffer zone” è ugualmente ricompresa nell’area candidata Unesco, ma presenta meno vincoli. Per fare un esempio, come recita la pagina 9 della bozza di Disciplinare diffusa il 9 novembre, “nella buffer zone si possono ritenere ammissibili interventi funzionali al recupero agro-produttivo con metodi dell’agricoltura convenzionale intensiva in cui sia prevista anche una meccanizzazione”, intervento che invece non è consentito per la “core zone”, e sono inoltre consentiti “interventi di trasformazione strutturale e permanente del suolo”.

Nella “core zone” invece non sono consentiti l’eliminazione delle “unità colturali originarie”, le sistemazioni a rittochino e di traverso con pendenze sul filare superiori al 15 per cento, la realizzazione di edifici incongrui rispetto alle tipologie ricorrenti alle aree collinari, in particolare per materiali, forme e colori, e usi tradizionali”. L’individuazione “cartografica” delle zone di maggiore e minore vincolo è in fase di realizzazione in questi giorni.

Come confermato dagli amministratori locali, si va dunque verso una “restrizione” dell’area centrale, il nucleo del sito candidato Unesco, nucleo considerato più omogeneo per caratteristiche di unicità e irriproducibilità, oltreché di tutela rispetto alle zone più periferiche. —

Riccardo Mazzero

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