Cordignano capitale dei chierichetti: 60 a dare messa
L'orgoglio del parroco monsignor Piergiorgio Sanson: «Cominciamo a coinvolgerli alle elementari»

CORDIGNANO.
Si dice spesso che le chiese sono deserte, frequentate solo da anziani, che le parrocchie languono ed i parroci si lamentano. Non a Cordignano dove la parrocchia conta ben 60 chierichetti di tutte le età, un numero eccezionale. Per qualcuno il paese è pronto a candidarsi come «capitale dei chierichetti». Ai 60, vanno ad aggiungersi 30 giovani «cantorine», come loro stesse amano definirsi, giovani cantrici di brani sacri che incominciano il loro percorso dalle scuole elementari. Tutto mentre la parrocchia principale del territorio, Ceneda, sede della Diocesi, lamenta «crisi del settore» e scarsa partecipazione dei ragazzi. Un problema diffuso in molte parrocchie. A Cordignano, invece, il boom: «E' un percorso di fede profondamente condiviso» sintetizza monsignor Piergiorgio Sanson, parroco di Cordignano. I chierichetti di Cordignano svolgono un percorso che incomincia in terza elementare per arrivare al quinto anno delle superiori. «Proprio in giugno ne ho congedati 8, regalando loro una copia dell'"Ultima Cena" di Leonardo - spiega don Piergiorgio - So che comunque saranno attivi in parrocchia e nella vita di tutti i giorni, perché hanno maturato un bagaglio culturale personale». E' proprio nella proposta di un percorso alle famiglie ed ai bambini che sta il segreto: «Noi incontriamo i genitori ed i ragazzi, facciamo loro una proposta, mostriamo un percorso, lasciando aperta la possibilità di partecipare o meno - racconta don Sanson - Le nostre messe sono diventate un momento di partecipazione particolare, con una dozzina di chierichetti per volta e le cantorine, ognuno con un compito diverso, le famiglie vengono volentieri e l'atmosfera è diversa, viva». Si aggiungo poi le attività di gruppo, qualche gita, le cose che normalmente si fanno in una parrocchia. E' un decennio che il parroco coltiva con dedizione il «progetto chierichetti», la differenza la fanno il contatto diretto, gli incontri con genitori e ragazzi. «Si tratta sostanzialmente di catechismo - riduce al nocciolo don Piergiorgio - Ossia portare la fede nei casi quotidiani delle persone».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video