Cooperativa in bancarotta condannato a quattro anni

ODERZO
Due condanne per più di sette anni complessivi sono state inflitte agli amministratori della società cooperativa Colt Italia, che chiuse con i conti in rosso di mezzo milione di euro. Si occupava di logistica e trasporto e consegna di mobili. Il tribunale collegiale di Pordenone, presieduto da Eugenio Pergola, a latere i giudici Milena Granata e Iuri De Biasi, ha condannato a quattro anni di reclusione Claudio Nardi, 65 anni, residente a Oderzo, difeso d’ufficio dall’avvocato Laura Vendramini e a 3 anni e 3 mesi Luigi Castelli, 75 anni, di Quarrata (Pt), assistito dagli avvocati Claudio Rosellini e Gianfranco Tiengo.
Il pm Federico Baldo aveva chiuso per la condanna di Nardi a 6 anni di reclusione e per l’assoluzione di Castelli. La liquidazione coatta amministrativa si è costituita parte civile con l’avvocato Roberto Casucci solo nei confronti di Nardi. Lo stato passivo è stato quantificato in 508 mila euro.
A Nardi, in qualità di amministratore unico della cooperativa dal 25 settembre 2013, il pm ha contestato la bancarotta documentale e vari episodi di distrazione.
La società è stata dichiarata in stato di insolvenza il 7 giugno 2018. L’accusa ritiene che Nardi abbia tenuto la contabilità in maniera irregolare o con false annotazioni per impedire la ricostruzione del patrimonio e del movimento di affari. Gli sono state contestate distrazioni di beni aziendali (bancali usati, una moto Ducati hypermotard), disponibilità liquide mediante prelievi per scopi estranei all’attività di impresa.
A Castelli, amministratore unico dal 21 febbraio 2011 al 25 settembre 2013, sono stati contestati prelievi per 22.054 euro nel capo di imputazione, ma nella sua requisitoria il pm ha concluso per la sua assoluzione. La difesa si è associata a tale conclusione, osservando come durante la gestione di Castelli, che ha preceduto Nardi al timone della cooperativa, non erano state riscontrate irregolarità contabili e come gli stessi commissari liquidatori abbiano evidenziato come i prelievi di Castelli non abbiano inciso sull’insolvenza. —
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