«Coop e fondi, il dirigente non controllò»

Volpago. Ieri in Corte dei Conti il processo a Modolo, ex direttore dei Servizi Sociali della Regione, per i contributi a 4Autism
Borghesi Volpago del montello auditorium Seminario squilibri da riequilibrare, Mario Modolo Direttore dipartimento servizi sociosanitari
Borghesi Volpago del montello auditorium Seminario squilibri da riequilibrare, Mario Modolo Direttore dipartimento servizi sociosanitari
VOLPAGO. Se c’è stato uno sviamento di fondi pubblici, la responsabilità non è soltanto della coop sociale che li ha intascati e non destinati agli scopi previsti, ma anche di chi quei soldi li ha elargiti. Che doveva controllare e non lo ha fatto, o quantomeno non lo ha fatto adeguatamente. È questa la contestazione mossa dalla Procura della Corte dei Conti del Veneto nei confronti dell’ex direttore dei Servizi sociali e sanitari della Regione Mario Modolo di Volpago del Montello. Il dirigente era ieri a processo a Venezia, davanti alla magistratura contabile, insieme alla onlus 4Autism, al suo presidente Moreno Lando di Piove di Sacco e al rappresentante legale Diego Dainese di Vigonza.


Stando alle accuse del pm Chiara Imposimato, la coop e i suoi vertici avrebbero sviato il contributo regionale di 142.569 euro (prima tranche di un finanziamento di 800 mila euro) dalle finalità pubblicistiche per il quale era stato autorizzato nel 2011, vale a dire la realizzazione di una biofattoria per ragazzi autistici a Pederobba. E Modolo, da parte sua, non avrebbe svolto un adeguato controllo sul privato percettore, risultato inadempiente rispetto agli obblighi assunti con la Regione. In particolare il dirigente avrebbe mantenuto il finanziamento anche dopo la presentazione di un progetto diverso rispetto a quello originario senza fare ulteriori approfondimenti e non sarebbe intervenuto con la revoca del finanziamento a fronte dell’inerzia della onlus nel dare esecuzione al piano.


È il 2011 quando la coop presenta il piano per la costruzione di una fattoria didattica per ragazzi autistici su un terreno (da comprare) di 9.500 mq. L’associazione ottiene la prima tranche del finanziamento a cui decide di rinunciare nel 2013 contestando i vincoli restrittivi del bando. Lando subentra nel direttivo diventandone presidente e scrive alla Regione spiegando di trattenere quel finanziamento per portare avanti la biofattoria. L’ente pubblico nulla obietta. Successivamente, nell’agosto 2013, Lando informa Venezia di voler cambiare il piano per realizzare non più la fattoria, ma un ecoparco. E anche in questo caso Modolo accoglie le modifiche e concede il nullosta. Stando ai rilievi della Guardia di Finanza, però, nulla di quanto indicato nel progetto viene eseguito dalla coop: un sopralluogo rileva come l’area sia rimasta incolta e destinata a prato, senza insegne e anche priva di fabbricati. Se dunque 4Austism e i suoi vertici hanno incamerato i fondi senza perseguire gli scopi previsti, sostiene perlomeno la magistratura contabile, Modolo non ha posto in essere le attività di monitoraggio e di controllo sullo stato di attuazione degli interventi. Una ricostruzione contestata dalla difesa del dirigente pubblico, rappresentata dall’avvocato Franco Zambelli. Che ha sottolineato come Modolo avesse autorizzato il finanziamento quando venne presentato il progetto iniziale e che la vicenda si è perfezionata solo successivamente, quando lui aveva già lasciato l’incarico in Regione.


La sentenza del tribunale contabile è attesa nel giro di un mese, anche per quanto riguarda l’altra coop di Lando finita a processo, la Ipas di Monselice per un finanziamento pubblico da oltre 4 milioni di euro.


Sabrina Tomè


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