Comprano Jaguar e Audi con assegni cabrio

CONEGLIANO. Hanno raggirato diverse concessionarie del coneglianese. I loro avvocati per l'ennesima volta non si presentano e il giudice, non considerando giustificati i loro impedimenti, fa celebrare il processo con degli avvocati in sostituzione. Sul banco degli imputati ieri sono saliti due catanesi, Gaetano Cocuzza, 44 anni, e Giuseppe Bonanzinga, 40, sedicenti commercianti d'auto che avevano acquistato delle vetture di lusso, tra cui Jaguar, Audi e Mercedes, pagandole con assegni scoperti. Davanti al giudice sono sfilati come testimoni titolari e venditori della Carraro di Susegana, l'Autopolar di Conegliano e la Caselli di San Vendemiano. Dalla Carraro (che si è costituita parte civile) presero una Ford Fiesta e lasciarono assegni per circa 85 mila euro per avere in consegna altre sette vetture (che poi non furono date perchè i titoli di credito non potevano essere incassati). Dall'Autopolar se ne andarono con una Jaguar, chiedendo però di aver anche una Maserati, millantando di essere clienti di altri rivenditori, dando un assegno da 19 mila euro. Mentre dalla Caselli si portarono via un'Audi A4 Avant e una Mercedes Clk per complessivamente 46 mila euro. Solo una delle vetture, la Jaguar fu recuperata poiché posta sotto sequestro. Le altre non si sa che fine abbiano fatto. Anzi dell'Audi, ad anni di distanza, è arrivata una multa per divieto di sosta a Genova, ma non è poi stata rinvenuta. I fatti risalgono al periodo tra ottobre e novembre 2007. Giuseppe Bonanzinga nell'aprile 2010 fu arrestato in Piemonte, su ordine di carcerazione della procura di Catania, in merito a un'indagine che vedeva coinvolte altre persone per un presunto traffico di vetture su internet. Nel procedimento di ieri a Conegliano, la coppia è accusata di truffa aggravata in concorso. I racconti dei concessionari sono stati tutti simili. Uno dei due conduceva le trattative, l'altro si teneva più in disparte e faceva da spalla. Si erano spacciati per cugini titolare di una società, la G.C. Car, commercianti di veicoli. Si presentavano bene, tanto da far cadere nella trappola le tre note concessionarie del coneglianese. L'indagine fu condotta dal commissariato. Bonanzinga, colui che sarebbe stato il protagonista del raggiro e che avrebbe fornito anche lui come cognome Cocuzza, fu fermato durante un controllo stradale in quel periodo da una volante. Da lì i poliziotti risalirono alle loro identità e, mostrando le loro foto ai concessionari, vennero individuati. In attesa di sentire un altro rivenditore il processo è stato rinviato al 24 giugno.
Diego Bortolotto
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