Come vendere mascherine cinesi ai cinesi

TREVISO. Ottantamila tute per medici e personale sanitario, e non meno di 40 mila mascherine protettive. E ancora occhialini, kit medicali e altri utensili. . Tutte made in China, in particolare a Wuhan, capitale del contagio. E tutte rientrate da pochi giorni in Cina, per aiutare la sanità e le forze dell’ordine cinese a fronteggiare l’emergenza sanitaria del coronavirus.
Un rientro speciale, non voluto certo dalle società produttrici, cui ha provveduto una società di Treviso, la Progetto Internazionale srl, con sede in piazza Trentin, attiva da quasi 30 anni nell’import export con l’Asia, in diversi settori merceologici.
La società ha firmato in pochissimi giorni, nelle pieghe dell’emergenza sanitaria prima solo cinese oggi a planetaria, un’operazione commerciale con pochi precedenti, da diverse centinaia di migliaia di euro.
Al confine tra business e soccorso, tra commercio globale e aiuto - il governatore di una provincia cinese ha già inviato loro un attestato di riconoscenza per la prontissima risposta nella fornitura – Michael, Sandro e l’intero staff della società hanno provveduto in pochi giorni a rastrellare presidi sanitari e attrezzature, fra grossisti e grandi distributori, sopratutto italiani. E a inviarle immediatamente in Cina, non senza registrare la curiosità della loro fabbricazione nell’epicentro del contagio della pericolosa sindrome.
«C’è un bisogno assoluto, noi operiamo dal 1991 con la Cina e i paesi asiatici, occupandoci in particolare di articoli sportivi, occhialeria, abbigliamento griffato», spiegano Michael e Sandro, istituzioni della piazzetta, «quando ci hanno chiesto se avevamo la possibilità di reperire mascherine, tute e altri presidi ci siamo subito attivati. E siamo riusciti a reperire diverse scorte giacenti, anche se adesso non ce ne sono praticamene più, sono andate letteralmente esaurite in questi giorni di assoluta emergenza. Pensate che solo stamattina (ieri ndr) ci hanno chiesto un milione di mascherine, cifre straordinarie anche per la nostre dimensioni....dove le troviamo, adesso? È impossibile».
Un affare suggellato martedì, quando la preziosa e attesissima merce è partita con un cargo alla volta del paese asiatico. Solo le tute per medici e infermieri pesavano una tonnellata.
«A contattarci subito era stata la nostra referente in Cina, nella provincia di He bei, Xin Ling Ling, che aveva raccolto a sua volta l’appello della autorità per avere mascherine e tute, ma anche kit medici e tutto quanto potesse servire per fronteggiare l’epidemia, In particolare, ad ospedali e polizia che sono in prima linea nei soccorsi e nelle cure», racconta Michael e Sandro, «L’importante è stato muoversi subito per reperire scorte, e siamo stati fortunati a individuarne diverse, che abbiamo subito bloccato».
E i prezzi? «Siamo rimasti nell’ambito dell’offerta avanzata dalle autorità cinesi», dicono i due. Dopo il mito del ghiaccio venduto agli esquimesi dal bravo commerciante, il capolavoro tutto trevigiano delle mascherine e tute cinesi fatte rientrare in patria via Treviso. È la nemesi della globalizzazione, bellezza. —
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