Colza e soia, il boom «bioagricolo»
Crolla il prezzo del mais, terreni riconvertiti alle colture da combustibile verde

Denis Susanna, presidente Cia a fianco un campo da colza Sotto lo stabilimento Effetre ieri è stato concessa la cig
Le colture «energetiche» salvano il bilancio dell' agricoltura trevigiana. E' infatti boom dei terreni coltivati a soia (+100%) e a colza (+50%), materie prime impiegate per produrre biodiesel, inflazionate anche nella Borsa merci della Camera di commercio.
«Le agroenergie possono essere una risorsa - dice Denis Susanna della Cia - ma ci mette sotto il tiro della speculazione finanziaria». Dal 2009 è iniziata una parziale conversione nell'agroalimentare trevigiano: accanto a best seller come vino (Prosecco) e alimenti superetichettati (formaggi in primis), cresce la coltivazione di semi di soia e colza, poi trasformati in combustibili ecologici, distribuiti con le compagnie petrolifere. «Il mais nel 2009 è crollato da 20 a 10 € al quintale - spiengendo ulterioremnete la conversione a prodotti oggi più redditizi. Attenti però, non è tutto oro quel che luccica: prezzi e tendenze di mercato sono dettate dalla finanza, entrata a pieno titolo nelle borse merci agricole. Le speculazioni causano un saliscendi continuo delle quotazioni, ormai slegate anche nel nostro piccolo dalla realtà produttiva o dalle esigenze alimentari del territorio di riferimento». Le scorte di soia e altri prodotti garantiscono stabilità, ma i prezzi salgono o scendono senza controllo sulla spinta degli speculatori, che puntano su questi prodotti lasciando con il fiato sospeso i piccoli coltivatori, la maggior parte in provincia di Treviso, cui non resta che seguire le tendenze. Il mais resta prima coltivazione della Marca, seconda provincia veneta per investimenti (49.000 ettari nel 2010, -12%); la soia raddoppia di superficie (13.000 ettari) con prezzi cresciuti del 15% nel 2010, e un picco di 36 €/quintale a dicembre, che al comparto reca una dote di 92 milioni. «Il crescente interesse per le bioenergie» come scrive l'ultimo rapporto di Veneto Agricoltura ha portato ad un aumento degli ettari coltivati a Treviso (1.200, +50%) con investimenti raddoppiati nel 2009 e aumentati di un altro 12% nel 2010. «L'agricoltura è in sofferenza, non sarà il biodiesel a poterla salvare - avverte Susanna - dobbiamo lottare per certificare e tracciare i prodotti trevigiani: lo chiedermo a marzo a direttamente a Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo».
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