Colpo di lupara a vuoto nella guerra tra cosche

Si terrà domani mattina, per rogatoria, l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Valerio Crivello, arrestato con l’accusa di tentato omicidio di un boss dell’ndrangheta. Il 19 dicembre 2002 Giancarlo Gravina, della cosca legata a Giuliano Serpa, era già sfuggito ad un attentato in Calabria. Ed è per questo che Valerio Crivello, il trentaduenne arrestato a Preganziol, è diventato uno dei protagonisti, secondo la Dda di Catanzaro, di una delle più sanguinose guerre tra cosche di ’ndrangheta. Una faida caratterizzata da autobombe difettose, agguati in pieno centro e lupare e iniziata con l’assassinio di Pietro Serpa, uno dei boss di Paola fulminato da due sicari di fronte all’albergo in cui alloggiava. E’ proprio in questo contesto che si inserisce l’agguato del 21 agosto del 2003, quando, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, Crivello cercò di uccidere Giancarlo Gravina, boss della cosca rivale.
L’esecuzione era avvenuta nel mezzo di una guerra tra clan. In una via del rione «Croce», a Paola in Calabria, un motorino con due persone a bordo si avvicinò al boss e il passeggero aprì il fuoco. Gravina riuscì però miracolosamente a salvarsi: gli spararono a lupara, senza però colpire le parti vitali. Per quell’agguato vennero arrestate in un primo momento altre due persone (Gennaro Ditto, sospettato di essere l’autore materiale dell’agguato e Pietro Lofrano), poi risultate estranee. Gli inquirenti sono ora convinti di aver finalmente dato un volto ad un pericoloso esponente della ’ndrangheta calabrese. Crivello è infatti considerato un esponente di primo piano della sua cosca, ora trasferito in Veneto, ma, secondo gli inquirenti, a disposizione per il suo clan.
L’inchiesta condotta dai magistrati calabresi ha portato alla luce una pax mafiosa cercata negli anni, ma non sempre trovata per lo scontro tra cosche per alcuni appalti pubblici come l’ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria negli anni scorsi e, più recentemente, per quelli della stazione ferroviaria di Paola. Nella notte tra giovedì e venerdì i carabinieri del Ros hanno eseguito 63 arresti.
Giorgio Barbieri
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