Coipes, Elios 2, Unitaria il crac delle coop edilizie
Hanno fatto tutte la stessa fine, lasciando condomìni semivuoti e in qualche caso anche le famiglie a piedi, in cerca di casa, con caparre versate e costi legali da sostenere. Le tre cooperative di edilizia sociale che hanno operato nel territorio di Mogliano negli ultimi anni, costruendo intere lottizzazioni, hanno diverse storie, diversi referenti, ma un epilogo ahinoi comune: i loro nomi sono finiti nei registri dei tribunali fallimentari di Venezia e Treviso. Si parla di liquidazione coatta amministrativa per la Coipes (già dal 2016) e per la Elios 2 (dal febbraio dell’anno scorso), per arrivare al più recente “scioglimento per atto d’autorità” della Società Cooperativa Edilizia Unitaria.
lo scioglimento
Finali ingloriosi che hanno creato, e continuano a creare, situazioni di disagio. Mentre la storia di Elios 2 merita un capitolo a parte (ne scriviamo qui sotto), l’ultimo caso in ordine di tempo è quello dell’Unitaria, storica cooperativa moglianese. Nata nel 1971 ha realizzato in città e fuori numerosi interventi edilizi, costruendo sia in aree Peep che in aree private. L’ultimo atto è all’interno della lottizzazione C2/36 in via Sabbioni nel quartiere Ovest di Mogliano. Dei 19 appartamenti costruiti, divisi in due corpi di fabbrica, quattro sono rimasti vuoti. Tra le storie più emblematiche c’è quella di chi aveva già preparato gli scatoloni per traslocare nel nuovo appartamento, pagato idraulico per gli allacciamenti, caparra versata, precedente affitto disdetto, ma dal notaio, al momento del rogito, ha dovuto apprendere che l’ultima formalità non si poteva espletare. Troppo tardi.
Motivo? Il 30 settembre scorso è calata sulla cooperativa Unitaria la scure del ministero dello sviluppo economico: la direzione generale per la “vigilanza sugli enti, il sistema cooperativo e le gestioni commissariali” ha ravvisato nel caso della “Scarl” moglianese i presupposti per uno scioglimento immediato. In soldoni: secondo gli ispettori l’attività della cooperativa era più simile a quella di un’impresa immobiliare. «La società non persegue lo scopo mutualistico avendo avviato un intervento edilizio per la costruzione di dieci più nove alloggi, con un esiguo numero di soci prenotatari pur in presenza di una base sociale ampia».
il “supercondominio”
I diretti interessati, ovviamente, sono di tutt'altro avviso, ma questo è quanto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’11 ottobre scorso. Il riferimento è proprio alla C2/36. Un appartamento qui veniva a costare di listino tra i 200 mila e i 340 mila euro. L’intervento fu approvato nel 2012 ed era stato proposto dall’immobiliare Castellana di Mauro Longo, che aveva poi ceduto parte dei terreni alla Cooperativa. Nel 2017, a lavori quasi ultimati, i primi ingressi dei “soci” acquirenti. Tra chi oggi abita nel “supercondominio” Ilex c’è però chi ammette di aver comprato passando attraverso la proposta di un’agenzia immobiliare. L’atto d’imperio del ministero, su segnalazione della Lega nazionale delle cooperative, è arrivato così nell’autunno scorso come un fulmine a ciel sereno.
Si chiude un capitolo, collaterale alla politica, che per quasi quarant'anni ha scritto la storia dello sviluppo urbanistico della città. —
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