Clelia, la maestra che salvò una bimba dall’Olocausto «Intitoliamole una strada»

La storia
Perché non intitolare una via o una piazza all’unico Giusto fra le Nazioni di cui si possa vantare la città di Oderzo?. È stata questa la proposta avanzata all’amministrazione comunale dagli Alpini di Piavon, che dopo aver scoperto la storia della maestra Clelia Caligiuri non hanno perso tempo e hanno deciso che un coraggio così straordinario non poteva essere dimenticato dalla città.
La maestra Caligiuri è stata il primo cittadino italiano a essere riconosciuto Giusto fra le Nazioni, l’onorificenza concessa a chi durante il periodo delle leggi razziali e i rastrellamenti si è adoperato per salvare la vita degli ebrei. Nata a Sorrento nel 1904, la maestra Caligiuri si è trasferita a Piavon nei primi anni Venti dopo aver ottenuto una cattedra per insegnare nelle scuole elementari del paese, all’epoca ancora Comune autonomo. Sposato a Pompei Renato De Gregorio, rimane vedova il 28 giugno 1940 dopo che il marito, arruolato nel Corpo del genio navale, rimane vittima dell’affondamento della nave che lo avrebbe portato in Libia, a Tobruk. Nonostante la perdita decide di rimanere in Veneto, dove inizia a dare supporto alle altre donne rimaste vedove dopo la guerra. Si merita il titolo di Giusto fra le Nazioni grazie alla decisione presa nel 1943 di inviare a Follina una figlia insieme a una sua sorella, accettando in questo modo un consiglio medico. Qui conosce Sara Karliner, ebrea jugoslava scappata da Zagabria e confinata dal fascismo proprio a Follina. Dopo il disastro seguito all’armistizio di Cassibile, la maestra Caligiuri aiuta Sara (con la quale nel frattempo aveva stretto una profonda amicizia) a scappare e la ospita in Villa Rechsteiner, dove alloggiava. Preoccupata dalle troppe divise del Reich che giravano in quei giorni nella Villa, chiede aiuto a don Giovanni Casagrande e da lui ottiene che Sara venga ospitata nella sua canonica a Lutrano dal luglio 1944.
Dopo la guerra, Clelia Caligiuri torna a Napoli, dove vive dal 1948 fino alla morte, nel 1996. Ora il Comune di Oderzo sta pensando di intitolarle la piazza che si trova di fronte alle scuole di Piavon, dove la maestra ha insegnato nei lunghi anni della dittatura fascista. L’idea arrivata dagli Alpini è stata recepita con favore dalla giunta di Maria Scardellato, che sta portando avanti il lungo iter che porterà alla nuova intitolazione della piazzetta: «È un’idea davvero bella» , conferma il primo cittadino, «ma è ancora presto dare un’indicazione sulle tempistiche». —
Niccolò Budoia
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