Cinquanta donne in bici al Gay Pride

CONEGLIANO. Per 50 donne ha viaggiato su due ruote, in una lunga pedalata dalla Marca al Gay Pride di ieri a Vicenza, la libertà di poter amare un’altra donna senza nascondersi, senza temere pregiudizi. La loro forza ha incontrato anche gli organizzatori delle «Giornate dell'orgoglio omosessuale, Conegliano pride 2013» che ora chiedono al sindaco Floriano Zambon di seguire l’esempio del collega di Treviso Giovanni Manildo, dando il via libera al registro delle coppie di fatto anche nella città del Cima. E così, nel contestatissimo corteo che ha visto oltre 4.000 persone attraversare il centro storico di Vicenza si è dato appuntamento anche un pezzo della Marca, che chiede una rivoluzione nei diritti civili delle coppie omossessuali, ma non solo. Loro, le donne che hanno deciso di raggiungere il corteo in bici, attraversando i paesi più piccoli della campagna trevigiana per dare visibilità alla loro libertà, si sono date appuntamento venerdì, alle 11, davanti alla stazione dei treni di Treviso, hanno indossato la maglietta viola di Dyke On Bike, un progetto promosso da ArciLesbica Bologna, nato durante il Bologna Pride 2012. Queste 50 donne si sono date appuntamento ciascuna con la storia alle spalle, senza conoscere le altre, o conoscendole appena, ma con la voglia di condividere quello che è stato il primo Dyke On Bike in Veneto. Ad organizzarlo Arcilesbica Il Riparo Padova e Arcilesbica Treviso con la collaborazione del Comitato Vicenza Pride e Pianeta Cuore. Le cicliste hanno attraversato la provincia, raggiunto Quinto, poi Scorzè, Vigonza, Ponte del Brenta, Padova e poi via ancora più numerose verso Vicenza. «Abbiamo voluto andare in bici per dare visibilità lesbica, passando attraverso quei piccoli paesi dove non si conosce», afferma Roberta Rocco, responsabile di Dyke On Bike Veneto, «vorremmo che fossero riconosciuti i nostri diritti». E lo vuole anche il gruppo Shake Lgbte (lesbian, gay, bisex, transgender) di Conegliano che da Vicenza lancia un messaggio forte e chiaro al sindaco Zambon: «Auspichiamo che il Comune di Conegliano, come quello di Treviso, apra un registro delle coppie di fatto anche omosessuali», dice il presidente dell’associazione Andrea Fossa. E torna a chiedere un passo in avanti in questa direzione anche Marco De Toffol (Sel e Idv): «Zambon segua l’esempio di Manildo a Treviso», dice l’ex candidato sindaco, «Dal primo giugno a Marcon, in provincia di Venezia, è attivo il registro delle unioni civili. In quel comune, che ha poco più di 16 mila abitanti, si calcola che le coppie di fatto siano 650. Figuriamoci, dunque, quale possa essere la platea dei cittadini interessati in un comune ben più ampio come quello di Conegliano».
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