Cima Grappa: il percorso di commemorazione per invocare la pace
Dal 1901 per volontà del futuro Papa Pio X ogni prima domenica di agosto, si celebra la cerimonia diventata il momento del ricordo e della riconciliazione dei popoli europei

Arriva da Pieve del Grappa in provincia di Treviso e precisamente dal Sacrario militare di Cima Grappa, dove riposano, fianco a fianco 23.000 soldati della Grande Guerra, italiani e di altri sette Stati che componevano l'impero austroungarico, uniti per sempre dell'abominio della guerra.
E' un grido di pace e di fratellanza che si leva altissimo da quella che fu la prima linea di trincee e gallerie scavate in tutto il massicimecio del Grappa nella prima guerra mondiale e che oggi è un vero e proprio monumento alla pace, alla tutela dell'ambiente e del paesaggio, scrigno di biodiversità e buona amministrazione.
Quella del 2024 infatti è una cerimonia che racchiude in sé molteplici significati. Molti gli anniversari a cifra tonda celebrati quest’anno sulla vetta del Monte Grappa, laici e spirituali, fusi in una felice sintesi, diventando così inclusivi e universali.
Dal 1901 infatti, per volontà del futuro Papa Pio X (di cui ricorre il 70° della sua canonizzazione come San Pio X), ogni prima domenica di agosto, si celebra la cerimonia di Cima Grappa, nata come atto di devozione, ma diventata negli anni, a partire dalla fine della Grande Guerra, il momento del ricordo e della riconciliazione dei popoli europei.
Ma non solo: La linea del Grappa è stata infatti uno dei fronti cruciali della Prima Guerra Mondiale e teatro di lotte eroiche nella lotta di Liberazione, durante la Resistenza che, nel mese di settembre, verranno commemorate in occasione dell’80° anniversario del rastrellamento nazifascista sul massiccio del Grappa.
Una occasione di riflessione anche in vista di due appuntamenti particolarmente importanti: il Giubileo che si apre a dicembre e le olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Saranno queste due occasioni per riportare su questo massiccio figli, nipoti, pronipoti di chi è partito dal Veneto verso i quattro angoli della Terra per trovare fortuna portando con sé i valori che questa terra ispira. Un turismo delle radici che ha il senso della riconnessione con tradizioni, valori, identità. E ogni riconnessione ha in sé il seme della pace.
«Questi soldati sono morti troppo presto e per ragioni che oggi ancor di più troviamo intollerabili e incompatibili con la luminosa idea di Europa unita verso cui siamo incamminati - è il pensiero di Annalisa Rampin, Sindaco di Pieve del Grappa e Presidente del Comitato organizzatore della Cerimonia di Cima Grappa. E questo cammino, che passa dalla cima che la tradizione vuole sacra alla Patria, ci faccia lanciare oggi tutti assieme un grido di pace, di fratellanza tra le genti, di accoglienza per chi ritorna sui passi degli avi. Il nostro grido di pace risuoni dunque in tutte le lingue, in ogni dialetto, e si trasformi in un ideale abbraccio, come quello che la Madonnina del Grappa, portata in cima nel 1901 proprio da quel Giuseppe Melchiorre Sarto che sarebbe stato noto al mondo col nome di Pio X, abbracciava accudente quel che di più caro aveva, salvezza per tutti noi».
«Dobbiamo parlare ai nostri giovani di quanto accaduto in passato in un luogo così maestoso - ha sottolineato nel suo intervento Manuela Lanzarin, Assessore alla salute della Regione Veneto - Abbiamo il dovere di tramandare di generazione in generazione il senso delle ferite, non per lenirle, ma perché abbiano a mai più a ripetersi. Troppo spesso ci dimentichiamo che abbiamo la fortuna di vivere in una terra accudente, dove i diritti vengono rispettati e i bisogni primari soddisfatti. Siamo in una terra fortunata, baciata dalla bellezza, basta guardarci attorno. Siamo una comunità che poggia saldamente le radici sui valori: la famiglia, il rispetto, il lavoro, l’attenzione a chi è stato meno fortunato».
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