“Ci sto? Affare fatica”: mille giovani in campo per prendersi cura della Marca

Sveglia presto e divisa uguale: ragazzi tra i 14 e i 19 anni impiegati nelle manutenzioni, in 34 Comuni della provincia fino ad agosto

Lorenza Raffaello
Una delle attività dei ragazzi coinvolti nel progetto
Una delle attività dei ragazzi coinvolti nel progetto

Mille ragazzi tra i 14 e i 19 anni, 34 Comuni della Marca coinvolti e tanti obiettivi in comune: pulire, dipingere, aggiustare e sistemare i beni pubblici, per rendere più belli i luoghi in cui vivono. Ma dietro all’intento dichiarato ce n’è un altro meno esplicito, di certo più profondo, ovvero quello di scardinare il fenomeno del bullismo e della criminalità giovanile.

Le squadre

Si tratta del progetto “Ci sto? Affare fatica”, guidato dalla cooperativa sociale Kirikù di Montebelluna, giunto alla sesta edizione e che quest’anno vede impegnate 92 squadre di 10 ragazzi e ragazze, insieme a 85 “tutor” tra i 20 e i 30 anni e 89 “tuttofare”.

I Comuni aderenti vedranno i loro giovani cittadini all’opera con attività di pulizia e manutenzione dei beni pubblici, in cambio di un “buono fatica” di 50 euro da utilizzare in una rete di 280 esercizi commerciali della Marca.

Il progetto quest’anno durerà 7 settimane, una in più rispetto all’anno scorso, e si concluderà venerdì 5 agosto. Un’iniziativa virtuosa che ogni anno cresce un po’ di più, quest’anno i Comuni aderenti nella Marca sono 34, quando se ne contavano appena 4 alla prima edizione del 2020.

In pratica

Il progetto mira alla sensibilizzazione dei giovani alla cura dei luoghi pubblici e per questo i Comuni si sono organizzati per proporre ai ragazzi un ventaglio di possibilità il più appetibili possibili.

Dalla sistemazione di giostrine, panchine e tavole in legno, alla pulizia del verde, ma anche la piantumazione di fiori e piante nei parchi e giardini pubblici; e poi ancora la ridipintura di ringhiere, di murales, la ritinteggiatura muri, la sistemazione e il ripristino di locali all’interno delle scuole, nelle sedi di associazioni e centri culturali, negli impianti sportivi e nelle biblioteche.

I precedenti

Già negli anni scorsi l’idea aveva dato i suoi frutti. Il Comune di Casale sul Sile, per esempio, aveva coinvolto in uno dei progetti alcuni dei ragazzi che erano stati precedentemente attenzionati dalle forze dell’ordine per essere stati protagonisti di alcuni episodi di violenza accaduti tra giovanissimi in paese.

La sindaca Golisciani, d’accordo con i genitori dei ragazzi, li aveva coinvolti nel progetto con risultati sorprendenti: gli adolescenti hanno continuato a “fare fatica” in paese anche a laboratorio ultimato.

A Treviso i ragazzi di “Ci sto? Affare fatica” l’anno scorso si erano occupati di ridipingere il sottopasso che collega viale Europa con l’Appiani, rendendolo più bello e pulito, un regalo per i tanti cittadini e ciclisti che ci passano sotto quotidianamente.

Educazione alla cura

«Intergenerazionalità, educazione alla cura, impegno e senso civico sono alcune delle parole chiave di questo progetto, che ormai da anni raccoglie ampio consenso da parte della cittadinanza della Marca, ma non solo», dichiara il presidente della Cooperativa Kirikù, Mauro Gazzola.

«Come cooperativa facciamo il possibile per dare ai ragazzi e alle ragazze occasioni per mettersi alla prova e per dimostrare capacità e buona volontà, a dispetto della narrazione in negativo che troppo spesso li vede coinvolti. Gli adulti del progetto, tutor e tuttofare, insegnano loro come prendersi cura, in senso molto pratico, degli spazi e degli ambienti della collettività e i ragazzi, al contempo, ci insegnano come collaborare e costruire un progetto inclusivo».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso