«Ci ha salvato la vita», addio al professor Traldi, ematologo di Castelfranco

Si è spento il fondatore del centro per le malattie ematiche di Castelfranco. Bloccò il contagio d’Aids con il no alle trasfusioni non sicure 

CASTELFRANCO. «Per noi è come fosse morto nostro padre»: sono queste le parole con cui Piero Valiante, presidente della Lagev (l’associazione degli emofilici) commenta la scomparsa del professor Agostino Traldi, 89 anni, avvenuta l’altro ieri a Lucca, la città dove abitava dopo essersi ritirato dalla professione e dove si terrà oggi l’estremo saluto.

Con lui se ne va uno dei luminari che ha fatto grande la sanità castellana, fondatore del rinomato centro per le malattie del sangue. Arrivò nel 1973 a Castelfranco Veneto curiosamente da un’altra Castelfranco, Emilia, chiamato da Domenico Sartor, e subito la sua presenza si rivelò attrattiva per l’ospedale cittadino. «La mia famiglia, come tante di quelle che convivono con l’emofilia ha scelto di trasferirsi qui proprio perché c’era lui. Un professionista di altissimo livello, per il quale sicuramente ci dimenticheremo qualche aspetto importante se dovessimo ripercorrere le sue ricerche, ma per tanti di noi quello che più contava era l’approccio personale: possiamo dire senza ombra di dubbio che ci ha cresciuti, oltre che salvati», dice Valiante, che da ieri non fa che rispondere alle telefonate che arrivano da tutta Italia.

Non è esagerato parlare di salvezza: Traldi fu tra i pochi medici che si opposero all’arrivo di emoderivati dall’estero, “prodotti” da donatori mercenari: «Il 40 per cento degli emofilici italiani divenne positivo all’Hiv proprio in seguito allo scandalo degli emoderivati – spiega il giornalista Beppe Castellano – a Castelfranco si pretese che invece provenissero solo da donazioni volontarie e controllate». Se qualcuno di loro oggi può ancora raccontarlo è solo grazie alla caparbietà di Traldi, che non ha ceduto anche di fronte alle forti pressioni del mondo sanitario. Fu anche tra i primi che si accorse, in tempi non sospetti, della pericolosità virale dell’Aids.

L’ultima apparizione castellana del professore fu nel 2013 per il quarantennale della fondazione del centro per le malattie del sangue: fu un appuntamento che radunò gran parte dei collaboratori di Traldi e che si caratterizzò perché anche in quell’occasione, com’era nel suo stile, venne dato più spazio alle iniziative di ricerca che alle celebrazioni.
 

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