Chieste anche le teste di Pavan e Rasera Il Carroccio vuole tutto

Il primo è il direttore dell’istituto per anziani il secondo del Contarina il partito trevigiano di Salvini  contesta conti e risultati
PD 09/03/2001 GM .LIRIPAC DI VIA BELZONI 80 X SIMPOSIO DI PSICOLOGIA.SALMASO.DIR. SOCIALE ISRAADOTT. GIORGIO PAVAN
PD 09/03/2001 GM .LIRIPAC DI VIA BELZONI 80 X SIMPOSIO DI PSICOLOGIA.SALMASO.DIR. SOCIALE ISRAADOTT. GIORGIO PAVAN

Il modello organizzativo e l’organigramma aziendale a Villorba e Trevignano e Lovadina; le scelte e il management in borgo Mazzini. Le ricadute nelle bollette di qua, quelle sulle rette di là. Il futuro sinergico per i rifiuti, le scelte strategiche e gli investimenti nelle nuove frontiere delle politiche sociali per gli anziani del capoluogo.

C’è un sottile filo che...lega la Lega di Treviso, Contarina e Israa. Il partito, sempre più dominatore delle scena politica e amministrativa dopo il successo di Conte nel 2018, ha messo nel mirino non solo i consigli di amministrazione (a costo di sconfessare nel caso delle case di riposo quello nominato nel 2013 dalla giunta Gobbo, con almeno tre leghisti o di area), ma anche i livelli dirigenziali.

Ma andiamo con ordine. Nel caso di Michele Rasera, direttore generale di Contarina, viene messa apertamente in discussione la sua “solitudine”, ritenuta dalla lega cittadina, e in particolare dal sindaco Conte e dall’assessore Manera, non adeguata a una realtà di una grande società, con fatturato di 62 milioni e 700 dipendenti.

«Un’azienda con questi numeri dovrebbe avere ben altra struttura», è sempre stato il mantra di sindaco e del suo fedelissimi. I quali poi hanno anche “battuto” il tasto del ritorno, a loro avviso mancato, del riciclaggio spinto sulle bollette. Come mai, hanno sempre chiesto sostanzialmente Conte e Manera, l’aumento della differenziazione non porta consistenti ricadute negli importi delle bollette, che dovrebbero diminuire ogni anno? Contarina ha sempre sottolineato come il primato italiano nasce da tariffe che sono fra le meno onerose d’Italia, ben al di sotto della media nazionale, e che l’esigenza di nuovi e sempre più frequenti servizi da parte dei comuni, soprattutto nel capoluogo, assorba risorse (ultimo utile 1 milione).

Passando all’Israa, è parso evidente negli ultimi mesi che la Lega abbia puntato soprattutto il direttore Giorgio Pavan, con contratto fino al 2021, ritenuto l’artefice delle strategie dell’Ipab cittadina, la più grande del Veneto (30 milioni di fatturato, 650 dipendenti diretti e altri 100 di indotto) e un colosso in termini di prestigio e di consenso.

E lo dice il dossier che la lega ha preparato sulla politica dell’istituto, dal piano finanzario al co-housing, il progetto che ha dominato gli investimenti più recenti.

Al completamento del progetto mancano ancora 4 milioni, che l’Israa contava di ottenere da alienazioni e aste , oltre che fondi europei. Ma il presidente Caldato ha sempre detto che avrebbe portato avanti i lavori compatibilmente con le risorse: e dunque ballano 19 alloggi degli 80 complessivi, quelli attorno al chiostro di Santa Maria Maddalena, cuore del complesso dell’ex Umberto I. Poi c’è la politica seguita nell’assegnare i minialloggi agli anziani autosufficienti: per i consiglieri comunali del Carroccio, dopo l’esame delle delibere regionali e dell’Israa, i conti non tornano. In buona sostanza, la lega sostiene che le assegnazioni non abbiano seguito i criteri “sociali” (disagio e fragilità) raccomandati dalla Regione (cofinanziatrice), ma piuttosto garanzie economiche, con canoni e versamenti non “popolari”, sempre per il Carroccio, che rileva l’assenza di criteri legati al reddito (ad esempio l’ Isee). Anche per questo la lega vorrebbe convocare in commissione consiliare i consiglieri del cda uscente. — A.P.

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