Cgil: «Disoccupati disperati tensione sociale altissima»
«Non ci sono solo imprenditori: da noi è un continuo viavai di lavoratori senza impiego, disperati, che chiedono aiuto, vogliono condividere i loro problemi, cercare insieme una soluzione. Siamo diventati ormai centri d’ascolto, ci stiamo interrogando sulla necessità di fornire anche un supporto psicologico ma non è facile. Urgono interventi concreti o il rischio è che la tensione sociale esploda». La crisi economica non affligge solo gli imprenditori, tragici protagonisti dei recenti fatti di cronaca, ma anche i tanti lavoratori disoccupati, in cassa integrazione, alle prese con lavori saltuari incapaci di provvedere ai bisogni della famiglia. Lavoratori che quotidianamente affollano gli sportelli dei sindacati per chiedere aiuto. Ne parla Giacomo Vendrame, segretario della Cgil Treviso. «La gente disperata che viene a chiedere sostegno perché ha perso il lavoro o l’ammortizzatore sociale sta per finire è all’ordine del giorno: noi facciamo materialmente quello che possiamo, quel che è certo è che ormai i nostri sportelli sono diventati dei centri di ascolto: la gente ha bisogno di condividere i propri problemi, sentirsi protetta_ continua Vendrame», quelli che arrivano da noi sono persone però consapevoli del problema e di come affrontarlo. La vera questione sono le persone che il sindacato non riesce ad intercettare, quelli che vengono schiacciati dai loro problemi lavorativi in solitudine”. Una situazione è drammatica quindi che coinvolge ormai imprenditori e uno sciame di disoccupati sempre più numerosi: nei primi due mesi del 2013 sono andati in fumo altri mille posti di lavoro, a cui si aggiungono gli oltre 7 mila persi nel 2012. Una emergenza aggravata dalla scarsità di aiuti erogati dallo Stato, tra cui il rifinanziamento della cassa in deroga. “Il confronto con il sindacato per la risoluzione dei propri problemi è cruciale per scongiurare gesti estremi).(s.g.)
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