Centomila euro per licenziarsi Electrolux: «Cifra troppo alta»

Saranno marginali gli esuberi nella nuova fabbrica dei robot a Susegana. «Siamo disposti a discutere del ricambio generazionale – ha dichiarato l’Electrolux rivolgendosi alla controparte sindacale – ma 100mila euro per le dimissioni incentivate sono troppi, anche perché non c’è emergenza». Il confronto con Fim, Fiom e Uilm è avvenuto ieri a Mestre, dove il sindacato ha ripresentato le sue richieste relative alla nuova organizzazione del lavoro, in particolare più pause, più permessi, più incentivi, più formazione e magari anche l’introduzione di esperti per accompagnare i lavoratori e i robot nella reciproca relazione.
LA NUOVA FABBRICA
Ma come sarà la nuova fabbrica che scatterà nel 2022? Sarà situata nei capannoni dedicati ai magazzini Europa e in una parte del vecchio stabilimento. Le linee tradizionali rimarranno attive fino a che non sarà in perfetto esercizio la nuova produzione. L’azienda ha spiegato ieri che uno degli impianti più importanti e costosi, altamente automatizzato con un processo a multi iniezione è quello della schiumatura, in grado di produrre fino a 240 pezzi l’ora; costa da solo 6 milioni di euro. L’insieme degli investimenti in automazione a Susegana supera gli 80 milioni di euro. Due le nuove linee di produzione, ma lo sviluppo è ancora bydesign e potrebbe subire ulteriori modifiche. Rimarranno una serie di posizioni di montaggio tradizionali, assicurate dagli operai: porte, mensole, vetri, cariche, vuoti pompe, attacco spine. L’azienda ha assicurato alcuni accorgimenti ergonomici utili ad alleviare i movimenti dei lavoratori; sono allo studio una serie di posizioni che permetteranno di lavorare in piedi o appoggiati, in modo di alleviare il peso a schiena e gambe.
RITMI DI LAVORO
L’azienda ha ribadito che per far tornare i conti è necessario produrre circa 100 frigoriferi all’ora, con 108 ore di lavoro al mese. Sulla velocità e quindi sui 100 pezzi l’ora – ha specificato il sindacato – siamo disponibili a ragionare, ma con un nuovo sistema di pause. L’orario di lavoro è stato ormai deciso. È quello di 6 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, quindi in 3 turni. L’Electrolux, dunque, ha convinto ad accettare il sabato in fabbrica, però – ha obiettato il sindacato – l’azienda deve cedere sui permessi. «Un investimento così importante, non può andare sotto questi volumi produttivi – si è riconosciuto da parte sindacale – ma le condizioni con cui si fanno questi volumi sono altrettanto importanti». Il gigante del freddo ha assicurato che gli eventuali esuberi, a seguito dell’introduzione dei robot, saranno contenuti in poche decine. Ecco perché il sindacato ha insistito ieri per avere un ricambio generazionale, chiedendo di fatto all’azienda di proseguire con le dimissioni incentivate (e ovviamente volontarie). Incentivate fino a 100 mila euro, come avvenuto in casi recenti. Siccome, però, all’Electrolux non vi sarebbe emergenza in tal senso, l’azienda ha detto che non si può fare; la sensazione, comunque, è che ci si possa avvicinare. —
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