Cent’anni di osti e “goti” dal Tondo fino a Screcoea. L’archivio di fotografie diventa un libro di ricordi

Le osterie
Alcuni non esistono più, altri si sono trasformati, altri ancora rinnovati o trasferiti. Ma tutti hanno una loro storia, fatta di persone e di fotografie, tutti raccolti in un libro realizzato da Giuseppe Filippin, fioraio in pensione con la passione per le foto e le storie del suo paese, Montebelluna. Sarà presentato questa sera alle 20.30, all’auditorium della biblioteca comunale, “Osti e ostesse. Cento anni di vita delle osterie montebellunesi”.
Locali e personaggi storici. Tanti dei quali ai più giovani sono sconosciuti. Come Italo Panciera, gelataio col suo bar Sport in corso Mazzini e carrettino con cui andava per le strade a vendere gelati. Non c’è più il locale. Come non c’è più la mitica “Taverna” dei fratelli Santinon, dove si giocava forte a carte ed ora è negozio Geox. O l’osteria “Screcoea” , dove si tirava notte e si trovavano le trippe: era ai Pilastroni, dove ora c’è il Lidl. O ancora il “Miramare”, occupato oggi dal negozio di giocattoli. Un elenco lunghissimo: 167 tra osterie, trattorie, frasche, alberghi, cantine, rivendite di vini e liquori.

Sfogliandolo si trova la vecchia foto del Caffè Roma con la tettoia in stile liberty su corso Mazzini: ora si spostato sul lato di via Cavour perché il grande salone era diventato poi una banca. Stesso discorso per il Caffè Teatro, con i suoi tavolini su piazza Dall’Armi e locale dove ora c’è ora Banca Intesa: si era trasferito tanti anni fa nella piazzetta retrostante. O il bar Mazzini che occupava parte del piano terra e del mezzanino della Loggia e ora è in via Piave. Tante storie e tante gestioni, perché Filippin è andato a ricostruire la storia di questi locali, dei loro passaggi di gestione in gestione. Un lavoro minuzioso, durato anni, andando a trovare i gestori vecchi e nuovi, facendosi dare foto storiche e attuali, ricostruendo in pratica la storia secolare della vita sociale nelle osterie di tutta Montebelluna.

Non ci sono solo i locali del centro storico, ma anche quelli della periferia, come ad esempio l’osteria con cucina “Al tondo” lungo la strada che da Biadene va a Caonada. «Ho sempre avuto la passione per le foto e per la storia locale – racconta Filippin – quando avevo la Fioreria Millefiori avevo le foto dei personaggi caratteristici della città appesi in negozio. Quando sono andato in pensione nel 2010 ho cominciato a raccogliere le foto delle attività commerciali che erano confluite in una mostra e ora ho fatto il libro sugli osti». —
Enzo Favero
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