Catturò le belve di Gorgo Sanzari promossa a Padova

Il magistrato che ha risolto il caso più difficile e drammatico di cui la Marca abbia memoria, il massacro di Gorgo al Monticano, lascia la Procura di Treviso per un nuovo, prestigioso, incarico. Valeria Sanzari, 58 anni, nata a Milano ma residente a Treviso, diventa procuratore aggiunto a Padova: lo ha deciso ieri pomeriggio il Consiglio Superiore della Magistratura con 14 voti favorevoli. Per il pm trevigiano un riconoscimento importante che arriva dopo anni di inchieste difficili condotte combinando grande acume investigativo e straordinarie doti umane, equilibrio e dedizione al lavoro. Qualità, queste, riconosciute al magistrato da tutti i colleghi che, ieri, coralmente, le hanno espresso le congratulazioni per il risultato.
L’incarico a Padova è di grande rilievo anche perché soltanto nelle città più grandi è prevista la figura del procuratore aggiunto che sostituisce il procuratore in caso d’assenza e può essere preposto alla cura di specifici settori di affari, oltre ad esercitare le funzioni tipiche del pubblico ministero. Valeria Sanzari affiancherà dunque il procuratore di Padova Matteo Stuccilli alla guida della Procura che conta ben 13 pubblici ministeri.
A Treviso il magistrato aveva ricoperto l’incarico di giudice delle indagini preliminari, successivamente era passato al dibattimento, scegliendo infine, nel 2004, l’ufficio della Procura. Svariate le inchieste firmate a Treviso da Valeria Sanzari. Quella destinata a restare nella memoria della Marca è sicuramente la cattura delle “belve di Gorgo” nel 2007, i tre responsabili del massacro dei coniugi Pellizzari. Il pm coordinò le indagini dei carabinieri che in poche settimane riuscirono a sciogliere i nodi di un giallo all’apparenza inestricabile risalendo all’identità delle tre “belve” e ridando sicurezza ai trevigiani. Un’inchiesta scrupolosa che ha portato a due condanne pesantissime (uno dei tre responsabili non resse all’orrore del delitto commesso e si suicidò in carcere), condanne che hanno tenuto in tutti i gradi di giudizio.
È stata condotta da Valeria Sanzari anche l’inchiesta che portò alla scoperta di un tentato uxoricidio, quello di Andrea Loro nei confronti della moglie Matilde Ardia (l’uomo voleva farlo passare come un incidente stradale) e a una pesantissima condanna in primo grado a 15 anni di reclusione.
Sempre Valeria Sanzari ha firmato l’inchiesta sul “mefederone” che ha fatto finire in cella un gruppo di ragazzi dell’alta borghesia trevigiana ritenuti responsabili di aver introdotto nella Marca una nuova droga, costruita in laboratorio, sconosciuta alle tabelle ministeriali.
Si apre ora una nuova stagione di inchieste padovane.
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