Castelfranco, guarda video hard a scuola: sospeso

CASTELFRANCO. Non stava messaggiando nè postando sui social, ma si stava guardando un video porno sul suo smartphone. Nei guai è finito un ragazzino del secondo anno di una scuola media di Castelfranco, sorpreso in flagrante dai docenti, che hanno deciso di sospenderlo per qualche giorno. Un altro caso dopo quello che ha riguardo tre studenti di un altro istituto. Da tempo circolavano voci tra i ragazzi della media sul contenuto hard di quel cellulare che il compagno esibiva con un certo orgoglio, probabilmente per aumentare la sua popolarità tra i coetanei. Le voci poi sono giunte alle orecchie degli insegnanti, i quali hanno scoperto che corrispondevano al vero. Una decisione, quella della sospensione, a cui i genitori del ragazzo non si sono opposti, anzi si sono scusati per quanto era accaduto, assicurando che avrebbero preso provvedimenti in famiglia. Il fatto emerge dopo l’altro episodio capitato nei giorni scorsi sempre in una scuola media della città, dove tre studenti rischiano ora una sospensione superiore ai cinque giorni per essersi filmati in classe e aver postato il video su Instagram. Ed è sintomatico di una situazione, quella dell’uso disinvolto dello smartphone già alle medie, sulla quale docenti e dirigenti scolastici ammettono di trovarsi con le mani legate, sebbene le regole in tutte le scuole medie castellane siano ben chiare: niente uso del cellulare a scuola. Anzi per quanto riguarda il caso dei tre compagni, due maschi e una ragazza, il telefonino non dovevano proprio averlo, essendone concesso il possesso (ovviamente spento) solo a coloro per i quali i genitori avevano fatto specifica richiesta in riferimento a particolari esigenze che con una chiamata o un messaggino (di certo non durante le lezioni) potevano trovare soluzione. Nell’altro caso però il ragazzino è andato ben oltre: non solo usava abusivamente lo smartphone, ma anche per vedere e far vedere filmati sessualmente espliciti. Da sottolineare il fatto che si parla di scuola media, ovvero di ragazzi e ragazze dagli 11 ai 14 anni, un’età particolarmente delicata in riferimento a certi temi. La decisione della scuola in merito alla sospensione è stata presa proprio per la gravità del fatto in sé. Non che non ci fossero stati altri casi di uso non autorizzato dello smartphone. Era già capitato un episodio analogo a quello dell’altra scuola, ma in quell’occasione si era preferito avviare un dialogo con i genitori e gli studenti partendo dai rischi che può nascondere la diffusione di immagini di minori sulla rete, anche in riferimento al cyberbullismo e comunque al rispetto della privacy.
Un aspetto quello del coinvolgimento dei genitori che per la maggior parte dei docenti è strategico per intervenire in una situazione che rischia di andare alla deriva, già alle scuole medie.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso