Castelfranco, banda assalta la gioielleria: due condanne

CASTELFRANCO. Condannata la gang della gioielleria “Zigante” di piazza Giorgione. Un anno e quattro mesi di reclusione ai due ventenni del gruppo, che assieme ad un complice minorenne, rubarono orologi di poco valore, ma molto in voga tra i giovani, posti negli espositori all’esterno della gioielleria. Per guadagnare la fuga, rifilarono un pugno al titolare che li aveva scoperti. Ieri pomeriggio i giudici del tribunale di Treviso (Marco Vitale presidente, a latere Marco Biagetti e Umerto Donà) hanno emesso la sentenza di condanna a carico dei due imputati Ibrahima Ndiane, 21 anni, un senegalese residente a Istrana (difeso dall’avvocato Graziella Bovolato), e Alì Shahinur, 20 anni, un giovane di origine bangladese che vive a Castelfranco (avvocato Paola Miotti). Un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa).
I due facevano parti di una gang di una decina di giovani. Avevano pianificato il furto ed ognuno aveva un ruolo ben preciso. Un gruppetto faceva da palo, un altro un po’ di confusione e altri due o tre avrebbero dovuto rubare materialmente gli orologi. Ma non avevano fatto i conti con il titolare del negozio che aveva subito capito le intenzioni e dall’interno del negozio li controllava attraverso la telecamera.
I fatti risalgono ad un paio d’anni fa. Era il 28 luglio del 2016. In un espositore esterno all’oreficeria di piazza Giorgione c’erano sei orologi da giovani di marca “Zitto”. Non orologi di grande valore (120 euro) altrimenti non sarebbero stati esposti all’esterno.
Non appena compiuto il furto, la gang, composta da una decina di giovani, se ne andò velocemente. Il titolare, Stefano Zigante, intervenne subito ma uno dei giovani della gang, un minorenne italiano, rifilò un pugno al petto al gioielliere.
Questi non perdendosi d’animo, finse di tornare dentro alla gioielleria ma invece andò a prendere una bicicletta in sella alla quale seguì a distanza la gang, indicando, via telefono ai carabinieri, la via di fuga dei ladri. Alla fine i carabinieri individuarono tre giovani che avevano materialmente addosso i sei orologi rubati: Ibrahima Ndiane, Alì Shahinur e un minorenne italiano, la cui posizione è stata stralciata perché di competenza del tribunale dei minori.
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