Agrivoltaico in Bella Venezia, il sindaco Marcon: «Sono speculazioni»
A Castefranco, dopo quello di Sant’Andrea, spunta un altro impianto in un’area di nove ettari. Il sindaco: «Si usino terreni compromessi». E ci sono due centrali di biogas

«Non mi piace l’operazione dell’agrivoltaico di S. Andrea: non è transizione energetica, ma speculazione energetica»: a dirlo è il sindaco Stefano Marcon in consiglio comunale, davanti a tanti residenti della frazione che hanno partecipato all’assise preoccupati di quanto potrebbe accadere, ovvero la trasformazione di venti ettari agricoli in una distesa di pannelli fotovoltaici. Mentre spunta un nuovo progetto da dieci ettari a Bella Venezia.
«Non sono contrario al fotovoltatico» ha poi precisato «se gli impianti vengono fatti in terreni inquinati, in ex cave o aree che non possono più essere utilizzati in agricoltura».
La questione è divampata nel consiglio comunale di giovedì sera, con l’interrogazione presentata dal consigliere d’opposizione Alessandro Boldo, che ha riguardato quattro impianti: due a biogas in via Panigaia a Treville e in via San Giorgio: il primo si sviluppa su otto ettari con una potenzialità di 499 mc/ora derivanti da oltre 80 mila tonnellate/anno di reflui zootecnici e biomasse vegetali, il secondo sulla stessa superficie ma di potenza inferiore. Due gli agrivoltaici: nove ettari in via Ponte di Legno a Bella Venezia, potenza nominale 6376 kWp, e quello di Sant’Andrea. Su quello di Treville il comune ha già detto il suo no: «Le strade» ha detto Marcon, «non sono nelle condizioni di sostenere il traffico pesante da e verso l’impianto».
Ma su quello di via San Giorgio, dove il problema traffico non si pone, e sui due agrivoltaici il comune al momento non ha ancora formalizzato il suo “no”.
«Nei giorni scorsi una commissione ha valutato una variante urbanistica per crediti edilizii di 150 mc», ha detto il consigliere Boldo, «queste operazioni riguardano ben 450 mila mq. Ci piace fare i conti: è poco meno dell’1 per cento di tutto il territorio di Castelfranco. Ora mi chiedo perché un'amministrazione seria non abbia avuto l'accortezza di portare questi temi quantomeno in una commissione consiliare. La cittadinanza ha bisogno di qualche risposta in più».
Tanto che il comitato frazionale di S. Andrea ha chiesto e ottenuto un incontro pubblico che si terrà il 5 novembre prossimo. Boldo ha fatto accenno anche all'ipotesi che, una volta esaurito il ruolo energetico, gli ettari, vengano ripristinati.
«La campagna agricola non si tocca. È questione di etica» dichiara il consigliere leghista di S. Andrea Diego Murarotto , «il terreno agricolo serve alla produzione alimentare. Sì alle rinnovabili ma dove hanno senso, coperture, tetti e parcheggi non mancano».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso








