Caso di morbillo alle Canossiane di Treviso: studenti sotto profilassi

Treviso. Scambio culturale con una classe di Orleans, ma uno dei francesi aveva contratto la malattia infettiva L’usl 2 ha invitato i ragazzi, tutti delle medie, a vaccinarsi al più presto insieme ai loro insegnanti

TREVISO. Da uno scambio culturale come tanti spunta un caso di morbillo, che costringe un’intera classe delle medie delle Canossiane, con relativi insegnanti, a sottoporsi alla profilassi post esposizione per evitare il peggio. Nei giorni scorsi, un ragazzo appartenente a un istituto francese di Orleans, durante una visita alla scuola, è stato colpito da morbillo: dopo un veloce ricovero, ha fatto ritorno in Francia con i suoi compagni di classe. Ma a Treviso è subito scattato, per precauzione, l’allarme.

E così, vista la contagiosità della malattia, una classe di studenti e alcuni docenti che frequentano la scuola media all’istituto canossiano Madonna del Grappa di Treviso, in viale Europa, su precisa indicazione del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Usl 2 a brevissimo dovranno sottoporsi alla apposita vaccinazione contro il morbillo per chi non la avesse fatta, o comunque alla somministrazione di un apposito vaccino post contatto. Evidente e comprensibile la preoccupazione delle famiglie dei ragazzi, ma non dovrebbe comunque trattarsi di una epidemia, quanto di una giusta precauzione, anche perché solo una classe, quella interessata dal gemellaggio, è stato caldamente invitata a vaccinarsi.

Le persone che ricevono il vaccino MPR o le IgG come profilassi post esposizione con una persona che ha contratto il morbillo, devono poi essere monitorate per l’eventuale comparsa di segni e sintomi compatibili con il morbillo, per almeno un periodo corrispondente a quello di incubazione della malattia. Con il mobillo non si scherza: lo scorso anno ci sono stati in Italia ben 4.991 casi di morbillo, quasi sei volte quelli del 2016. A diffondere i dati è stato di recente il bollettino del ministero della Salute, secondo il quale nel 2017 il nostro Paese è stato il secondo per numero di casi dopo la Romania. Complicanze si sono inoltre registrate nel 35,8% dei casi.

E nel 44,8% dei casi è stato necessario il ricoverato, mentre nel 22% dei casi c’è stato un intervento del Pronto Soccorso. E sempre nel 2017 sono stati segnalati quattro decessi, di cui tre bambini sotto i 10 anni di età e una persona di 41 anni, tutti non vaccinati. In tutti i casi erano presenti altre patologie di base e la causa del decesso è stata l’insufficienza respiratoria. Nel 35,8% dei casi si sono infine avute una o più complicanze, e il range d’età dei pazienti variava da un giorno a 84 anni. E torna prepotentemente alla ribalta il caso Petrillo, l’operatrice sanitaria che era operativa alla Madonnina, accusata di non vaccinare i bambini. Un mese fa, nella Marca trevigiana, ottomila bambini erano ancora a rischio sanzione per non aver rispettato la legge sull’obbligo vaccinale. E i bambini da zero a 16 anni devono essere coperti contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae B, morbillo, rosolia, parotite e varicella.

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