Caso cartelli, Ncd : «Abaco ricava il 16%»

CONEGLIANO. Bufera su Abaco, la concessionaria che riscuote la “tassa di pubblicità” per conto del Comune, dopo aver vinto regolare gara per la gestione del servizio. Dopo le multe a oltre 800 tra...

CONEGLIANO. Bufera su Abaco, la concessionaria che riscuote la “tassa di pubblicità” per conto del Comune, dopo aver vinto regolare gara per la gestione del servizio. Dopo le multe a oltre 800 tra commercianti e artigiani, il Nuovo Centro Destra di Conegliano chiede che la tassa torni a essere riscossa direttamente dal Comune, in modo da ridurre gli importi a carico dei contribuenti: la commissione a favore di Abaco, infatti, sfiora il 16 per cento. Le sanzioni, che in alcuni casi sono di diverse migliaia di euro, sono arrivate dopo un puntuale controllo di tutti i cartelli pubblicitari affissi sui muri di Conegliano. E hanno rovinato il Natale a molti commercianti: qualcuno ha scritto al sindaco ipotizzando anche la chiusura della propria attività, vista l’ennesima (inattesa) stangata. «Ora chiediamo che il Comune di Conegliano sciolga il contratto per l’affidamento del “servizio di accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità, della tassa occupazione spazi ed aree pubbliche, del diritto e servizio pubbliche affissioni”, con la società incaricata alla gestione» commenta il Ezio Da Re, presidente Ncd Conegliano. «Il Comune ha sufficienti risorse di personale per gestire questo servizio in proprio. Tale servizio, gestito dalla società, costa ai cittadini circa il 16 per cento dell’incassato, una cifra enorme. Con questo risparmio avremmo la possibilità di ridurre le tariffe agli utenti, sebbene l’incarico scada il 31 dicembre 2015». Commercianti e forze politiche sono d’accordo su un punto: Abaco ha fatto il proprio dovere. Ma visto che negli ultimi dieci anni nessuno ha controllato le insegne, denuncia Ascom, il blitz di quest’anno poteva almeno essere annunciato. «L’imposta odiosa sulle targhette di piccole dimensioni era già stata abolita da un governo precedente, ma le follie italiane l’hanno ancora attivata» spiega Da Re. «Invitiamo i consiglieri comunali a presentare un’interrogazione per far chiarezza sull’argomento, chiedere i rendiconti contabili delle varie deleghe amministrative ed il piano generale degli impianti e pubbliche affissioni». (a.d.p.)

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