Caso Ater di Treviso, Maristella Caldato condannata

TREVISO. Le dichiarazioni ai Trecento contro l’Ater, e in particolare contro il dirigente Pio Colla, si configurano come «diffamatorie». E così il tribunale di Treviso – sentenza della giudice Maria Teresa Cusumano - ha condannato Maristella Caldato, del Pd, a pagare a Colla 35 mila euro, oltre alle spese.
Colla, difeso dall’avvocato Giovanni Michieli, farà girare l’importo alla fondazione Amici dell’Advar, per finanziare il completamento della Casa dei Gelsi. Il 27 novembre 2011 Caldato attaccava in consiglio comunale la gestione Ater (di cui è dipendente) e la controllata Progetto Casa. Colla era definito «direttore pluridecorato», in un contesto in cui si parlava di «oscar alla carriera» e «casta di Treviso». Di qui la causa civile, intentata da Colla, che ha portato al processo e alla relazione del Ctu Livio Squerzoni, su cui è maturata infine la sentenza.
«Ho rispetto del giudice e della magistratura, ma ritengo la sentenza profondamente iniqua ed ingiusta», dice la Caldato, «farò appello, e valuterò azioni idonee a far venire la verità sul caso Progetto Casa. Sulla stessa vicenda, denunciata dall’allora presidente Fanton, sono stata sempre assolta, anche in appello. Questo verdetto non mi fermerà».
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