Carrozzieri indagati per i falsi incidenti I sindaci: «Sconvolti»
VOLPAGO. «I Carrer sono una famiglia molto conosciuta in paese, hanno una autofficina e sono benvoluti e stimati da tutti – dice il sindaco di Volpago, Paolo Guizzo – sono rimasto stupito vedendo che sono coinvolti in una indagine. Di altri non mi stupisco, di loro sì». «È una vicenda sconvolgente – fa eco il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero – però bisogna attendere le risultanze del processo prima di trarre delle conclusioni». E in effetti, dopo che la carrozzeria Caonada dei Dussin, per voce del loro avvocato, Paolo Salandin, si è detta estranea ai fatti contestati, anche i Carrer respingono quanto emerge dall’inchiesta. L’attività è gestita dai figli, la comunicazione della chiusura indagini riguarda però il padre Giovanni, che ha passato le redini dell’impresa ai figli ancora nel 2003, e riguarderebbe un incidente in cui era rimasto coinvolto alla guida del furgone dell’azienda.
È uno dei tronconi dell’inchiesta milanese su falsi incidenti e falsi certificati, con ben 24 indagati, quella che si avvia verso la richiesta di rinvio a giudizio. Ci sono anche altri filoni che stanno seguendo il loro iter giudiziario. Si tratta di una inchiesta che ha preso avvio ancora nel 2012 e l’attuale troncone riguarda episodi avvenuti nel 2013 e nel 2014. L’ipotesi avanzata dalla Procura è quella di truffa alle assicurazioni, in pratica incidenti lievi o simulati con annessi colpi di frusta che secondo le assicurazioni erano ingigantiti. Erano stati i periti assicurativi a insospettirsi e da lì è partita una grossa inchiesta, con più filoni, uno dei quali riguarda la carrozzeria montebellunese (gli indagati sono Marco e Matteo Dussin, non Marco e Davide come scritto erroneamente domenica, ci scusiamo con i diretti interessati e con i lettori), l’ex titolare di un’autofficina a Volpago, l’ex vicesindaco di Volpago, una lista di automobilisti, buona parte dei quali residenti a Montebelluna e dintorni. Compare negli atti dell’indagine anche il nome d un medico del pronto soccorso, non indagato però in questo troncone che sta per arrivare alla richiesta del rinvio a giudizio. —
Enzo Favero
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