Cappella Maggiore, disturba le nozze della figlia del vicino con la motosega

CAPPELLA MAGGIORE. Non sono bastati insulti e litigi, per indispettire veramente quel vicino poco gradito ha provato a rovinare il matrimonio della figlia, disturbando gli invitati con il rumore della sua motosega, e lanciando alcuni rami nel giardino del ricevimento.
Jvan Mezzarobba, 66enne originario del Belgio, ma residente a Cappella Maggiore, è finito a processo per schiamazzi, ingiurie, e per il lancio pericoloso di cose. A suo carico già un decreto penale di condanna, a cui è stata presentata opposizione. I fatti risalgono a giugno del 2014, il giorno del matrimonio della figlia del vicino. Per motivi non chiari, legati a un rapporto di vicinato mal sopportato e incancrenitosi nel tempo, Mezzarobba è sbottato contro il vicino, dapprima insultandolo.
Gli ha urlato “zozzone, piscione e pagliaccio”, condendo le offese con un dito medio alzato. Ma soprattutto, mentre dall’altra parte della siepe in giardino si teneva il ricevimento di nozze, Mezzarobba ha deciso di provare a rovinare la giornata agli ospiti e agli sposi. Ha imbracciato la sua motosega, l’ha accesa e ha cominciato ad utilizzarla con l’intento, a quanto pare, esclusivamente di disturbare i vicini, e rovinare il rinfresco. I rami tagliati poi venivano lanciati dall’altra parte del giardino, davanti agli occhi increduli degli ospiti, e della sposa che di vedersi rovinare il giorno più bello della sua vita non ha aveva decisamente voglia. A nulla sono serviti gli inviti a calmarsi e a smetterla arrivati dal vicino.
Come se non bastasse infatti l’imputato ha preso un tronchetto e lo ha lanciato contro il vicino, senza colpirlo, mentre questo percorreva il vialetto di entrata della sua casa. Ma terminato il ricevimento, archiviato il matrimonio, i vicini hanno deciso di non archiviare l’accaduto, e hanno denunciato Mezzarobba. Il decreto penale di condanna, è già arrivata, a cui però è stata presentata opposizione. Il processo è iniziato ieri in tribunale a Treviso, davanti al giudice Marco Biagetti; ma l’udienza è stata rinviata a settembre.
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