Schiavi nei campi, task force per la legalità a Treviso

Il prefetto Angelo Sidoti ha convocato per la prima volta il tavolo contro il caporalato con Inps e le istituzioni del mondo dell’agricoltura

Lorenza Raffaello
Il prefetto Angelo Sidoti
Il prefetto Angelo Sidoti

Enti e istituzioni riuniti per contrastare il lavoro nero e il caporalato nei campi trevigiani. Mercoledì 12 marzo nella sede della Prefettura, in piazza dei Signori a Treviso è stata costituita e si è riunita per la prima volta la sezione territoriale di Treviso della Rete del lavoro agricolo di qualità, un tavolo permanente promosso da Inps, convocato dal prefetto, Angelo Sidoti, e a cui hanno partecipato oltre alla direttrice provinciale Inps, Roberta Carone, il direttore regionale Inps, Filippo Pagano, anche i rappresentanti di ispettorato del Lavoro di Treviso, Ater Treviso, Fai Cisl, Veneto Lavoro, Coldiretti e Confagricoltura, Lega Coop e Confcooperative.

Seduta al tavolo anche il sindaco di Oderzo, Maria Scardellato, che nei mesi scorsi ha dovuto affrontare l’emergenza caporalato nel suo Comune.

L’obiettivo della Rete è quello di creare un tessuto di aziende agricole basato su presupposti etici e organizzativi, valorizzando appieno il potenziale del territorio e promuovendone la crescita e il benessere.

La modalità è semplice: farlo attraverso iniziative in materia di contrasto al lavoro sommerso soprattutto in ottica di prevenzione di fenomeni di sfruttamento di manodopera stagionale e assistenza ai lavoratori stranieri immigrati.

Il prefetto Sidoti ha evidenziato come il fenomeno del lavoro sommerso e del lavoro nero in agricoltura richieda un approccio multisettoriale: «coinvolge tematiche diverse che spaziano dalla regolarità dei contratti di lavoro, alla sicurezza sui luoghi di lavoro, alla dimensione abitativa e non da ultimo, vista l’alta percentuale di lavoratori stranieri nel settore, l’aspetto dell’integrazione sociale e linguistica nella realtà sociale trevigiana».

«L’istituzione della sezione territoriale della rete del lavoro agricolo di qualità rappresenta un nuovo passo operativo nel solco delle iniziative già intraprese dalla Prefettura di Treviso. – ha aggiunto la direttrice provinciale Inps - L’obiettivo è affrontare il problema complesso della lotta al caporalato da molteplici punti di osservazione, quindi non solo l’evasione contributiva, ma anche gli aspetti dell’accoglienza dei lavoratori stranieri, degli alloggi e dei trasporti».

Il lavoro nero ha afflitto la Marca nei mesi scorsi, in particolar modo la zona dell’opitergino, tra Oderzo, Fontanelle, Cessalto, Chiarano, ma anche la più centrale Maserada di Piave. Una piaga che sta dilagando e per questo deve essere al più presto sanata.

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