Cantina Ponte lancia la bottiglia Punto G. I comitati femminili: «Trovata sessista»

L’azienda propone il prodotto per San Valentino. La consigliera di Parità: «Alcol e piacere femminile, binomio retrogrado»

PONTE DI PIAVE. L’hanno chiamata Punto G ed è la nuova bottiglia lanciata dalla Cantina Ponte 1948 per San Valentino. . Sull’etichetta color rosso in caratteri chiari risalta l’immagine di un punto accostato alla lettera maiuscola G, un chiaro richiamo al tema del piacere femminile. Il nuovo packaging non è passato inosservato, fa discutere, tra chi interpreta la trovata come un simpatico gioco di parole e chi denuncia un messaggio maschilista e sessista.

La polemica

Dimostra tutta la sua contrarietà nei confronti dell’etichetta Punto G Melania Pavan, attivista del movimento Non una di meno di Treviso. «Questo genere di trovate ironizza su argomenti che nel 2020 non sono più accettabili. Non si può più soprassedere. La nostra è una lotta anche contro l’utilizzo becero del linguaggio, purtroppo manca ancora una evoluzione sull’uso corretto dei vocaboli. In questo specifico caso con poche parole si vanno a toccare argomenti cardine del femminismo, la mercificazione del corpo della donna e il tema del consenso – sottolinea Pavan– legare un termine strettamente femminile con una bottiglia di alcol non può che richiamare il dibattito su quest’ultima questione. Il fatto è serio e bisogna andarci piano con le allusioni. Penso ad esempio alla donna che beve e subisce violenza, quante volte viene colpevolizzata a differenza del carnefice? È ora di abbandonare questi giri di parole la cui prima giustificazione è legata al divertimento».

Si dimostra perplessa per l’idea di un’etichetta chiamata Punto G anche Stefania Barbieri, consigliera di Parità per la Provincia di Treviso.

«Mi chiedo perché non facciano la stessa pubblicità con l'uomo, perché sempre i riferimenti, più o meno espliciti, alla donna?» si chiede Barbieri. «Ci sono altri modi per vendere un prodotto, potrebbero lanciare un messaggio positivo nei confronti del mondo femminile, invece di arrivare alla mercificazione della donna. Quello che lanciano è un messaggio poco pulito che dovrebbe suscitare simpatia, ma non è così. L'atto sessuale per me è sempre un atto d'amore. In questo packaging è presente ancora con una mentalità retrograda, bisogna cambiare», conclude la consigliera di Parità.



L’etichetta

Una trovata quella della cantina presa forse con troppa leggerezza benché, da parte dell’azienda attiva da anni nel territorio con campagne di solidarietà, non ci fosse l’intenzione di sollevare un polverone.

La G presente nell’etichetta sta per grigio e la lettera P come iniziale di Pinot. Voleva essere un’ idea simpatica per San Valentino, una bottiglia regalo capace di far emozionare, come si legge nel comunicato di presentazione del prodotto, che allude «alla luce fioca di una candela, un sottofondo musicale che tocca le corde dell’anima, il buon cibo possibilmente afrodisiaco», come riporta l’azienda in una nota.

E ancora, il vino come ingrediente «per scaldare l’atmosfera» e una promessa: «Il Pinot Grigio Spumante Brut Punto G di Ponte è la formula segreta per un San Valentino alla scoperta del piacere dei sensi». Nessuna accezione negativa nelle intenzioni dell’azienda quindi, ma solo l’idea di coniare una bottiglia dedicata alle donne. Ma l’allusione della Cantina Ponte 1948 non è passata inosservata, suscitando più di qualche contrarietà in un clima già animato a livello nazionale da dibattiti e polemiche sul ruolo della donna. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda il festival di Sanremo, i commenti sulle ospiti e sui brani di alcuni cantanti.

Anche nel mondo del packaging non mancano iniziative forti che suscitano accese discussioni per come viene trattato e a volte usato il corpo femminile. —

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